Decreto flussi in ritardo, a Nordest "bloccati" 3.500 stagionali. Le quote di Veneto e Friuli

Finora nessun lavoratore straniero è arrivato, in allarme agricoltura e turismo

Decreto flussi in ritardo, a Nordest "bloccati" 3.500 stagionali. Le quote di Veneto e Friuli
VENEZIA - Veneto e Friuli Venezia Giulia attendono 3.423 lavoratori extracomunitari per la stagione agricola e turistica. Tuttavia anche a Nordest serpeggia il timore che gli...

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VENEZIA - Veneto e Friuli Venezia Giulia attendono 3.423 lavoratori extracomunitari per la stagione agricola e turistica. Tuttavia anche a Nordest serpeggia il timore che gli addetti finiscano per arrivare troppo tardi: a tre mesi dal click day del 1° febbraio, fissato dal decreto flussi, non solo non se ne scorge ancora traccia, ma circola pure l'indiscrezione che dovrà trascorrere un altro trimestre, prima di vederli in servizio. L'allarme è stato lanciato ieri a Padova da Confagricoltura ed è stato ribadito a livello nazionale anche da Coldiretti, dopo che nei giorni scorsi l'emergenza era stata sottolineata da Federalberghi Belluno Dolomiti.


I NUMERI
La circolare emanata dal ministero del Lavoro prevede che, per i settori agricolo e turistico-alberghiero, in Italia venga autorizzato l'ingresso per lavoro subordinato di 13.700 immigrati richiesti direttamente dalle imprese, più altri 14.000 sollecitati per loro conto da sei associazioni datoriali quali Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Lega Cooperative e Confcooperative. Questi numeri valgono per il Veneto 1.000 quote sul fronte delle imprese e 1.608 sul versante delle organizzazioni; per il Friuli Venezia Giulia, rispettivamente, 255 e 560. Le cifre riconosciute sono inferiori a quelle domandate. Per dire: in provincia di Padova ne servirebbero 163, ma ne sono state accordate 150. Il problema, in ogni caso, è che finora i permessi non si sono tradotti in presenze.


L'INCONTRO
Per questo Confagricoltura proprio nella città del Santo ha avuto un incontro con il prefetto Raffaele Grassi, a cui il presidente provinciale Michele Barbetta, il direttore Renzo Cavestro e il vicepresidente nazionale Giordano Emo Capodilista hanno fatto presente che dallo sportello per l'immigrazione non c'è stato tuttora alcun riscontro. «Nel frattempo stanno iniziando le campagne di raccolta hanno affermato e risultano impellenti i lavori stagionali per i quali era stata richiesta l'introduzione di nuovi braccianti. Ciò sta determinando una situazione di grave disagio, per cui le aziende sono obbligate a provvedere al reperimento della manodopera necessaria in altro modo. Uno di questi è il ricorso al lavoro in appalto, con il rischio di incappare in ditte appaltatrici poco affidabili». L'associazione di categoria ha citato «uffici chiusi e personale pubblico in smart working» tra le cause delle lungaggini, con il rischio che «i lavoratori vengano assegnati tra tre mesi, in ritardo rispetto alle esigenze della campagna».


IL CALDO


Il grande caldo di questi giorni ha impresso infatti un'accelerazione alla maturazione di frutta e ortaggi nei campi, come segnalato da Coldiretti: «Occorre velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all'ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto». La stessa organizzazione ha stimato in «almeno centomila» i lavoratori stagionali necessari alla campagna estiva in Italia, un ambito in cui l'innesto degli operai extracomunitari è diventato strutturale, coprendo il 29% delle giornate di lavoro necessarie e assicurando così la raccolta di un prodotto agricolo su quattro. Ma un'urgenza analoga interessa pure il turismo, secondo quanto dichiarato da Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti: «Dal territorio i nostri associati ci riportano questa criticità che, col passare dei giorni e l'avvicinarsi della stagione estiva, risulta sempre più allarmante». La mancanza di personale, ha commentato il governatore Luca Zaia, «è una tragedia che può provocare uno scossone sul Pil regionale, essendo il comparto la prima industria del Veneto».

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Il Gazzettino