Stadio nell'hinterland: il disegno di 13 anni fa

Lo stadio dell'Udinese
UDINE - Una mozione che auspichi una ritrovata serenità sportiva a Udine nella soddisfazione di quanto è stato fatto e quanto ancora si può fare per portare...

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UDINE - Una mozione che auspichi una ritrovata serenità sportiva a Udine nella soddisfazione di quanto è stato fatto e quanto ancora si può fare per portare alto nel mondo il nome del Friuli nel Calcio. Ad annunciarla ieri è stato Furio Honsell, consigliere regionale e già sindaco del capoluogo friulano, relativamente alla querelle sulla Dacia Arena Stadio Friuli. «Lo stadio dell'Udinese a Udine è il simbolo monumentale di come possa essere efficace l'intesa pubblico-privato quando entrambi hanno come obbiettivo il prestigio di un territorio spiega l'esponente regionale - E nessun pronunciamento di chicchessia può togliere questo successo. L'attuale amministrazione comunale di Udine, dovrebbe quindi adoperarsi per quanto le compete, affinché l'Udinese possa completare l'opera di riqualificazione delle zone ancora a grezzo sotto le gradinate, così come previsto dalla legge Delrio, e approvato nella conferenza di servizi».


IL TIMORE
Per Honsell «rattrista molto invece vedere che dopo aver rallentato tale processo senza motivazione, fino quasi a fermarlo, l'attuale amministrazione a fronte di un pronunciamento dell'Anac, che di fatto sprona il Comune proprio a perfezionare tale iter burocratico, rischia invece che l'Udinese, esasperata, si trasferisca altrove. Se ciò avvenisse sarebbe un durissimo colpo al prestigio della città, che si dimostrerebbe incapace di ospitare una squadra di serie A, cosa che tutte le altre città di pari dimensioni non osano nemmeno sognare. Sarebbe un pesante fallimento politico, sportivo, turistico ed economico». Per il consigliere regionale la questione del nome dello stadio «è una non-questione perché il nome non solo non è mutato, ma solo grazie alla ristrutturazione avvenuta nel 2015 adesso è scolpito nella pietra invece che solo sulla carta». Honsell risponde infine alle dichiarazioni dell'assessore regionale allo Sport, Gibelli, «che sceglie l'attacco personale, che la politica fatta di esposti e denunce come quella purtroppo praticata a Udine con i pessimi risultati che oggi sono stato gli occhi di tutti, è cosa ben diversa dalla franca e politicamente corretta richiesta di una Commissione Speciale o di inchiesta da me fatta in Commissione Sanità».


IL PASSATO


Tornando invece ai progetti passati per la realizzazione di uno stadio in comune di Pasian di Prato, la memoria corre a quelli presentati nel lontano 2008: fu il Gruppo Polo-Le Ville Plus ad illustrare a Gianpaolo Pozzo, la soluzione dello Stadium Plus, frutto di «un lungo lavoro di ricerca e di progettazione, durato oltre tre anni, con un impianto ideato secondo concezioni ultramoderne, multifunzionale, eco sostenibile e a gestione imprenditoriale». All'epoca si pensò di utilizzare fonti pulite e rinnovabili, del tipo impianti solari e fotovoltaici, impianti geotermici, recupero delle acque, ecc. Uno stadio unico che aveva un altro vantaggio non di poco conto: i costi contenuti, sicuramente concorrenziali rispetto alle spese che vengono sostenute per la costruzione di impianti sportivi tradizionali, senza contare che può essere realizzato in tempi decisamente brevi, un anno e mezzo contro i quattro per quelli tradizionali. Ulteriore vantaggio segnalato sempre nel 2008 la sua capienza che poteva essere modificata di anno in anno, in base alle esigenze di un club, ai risultati che ottiene e il Gruppo Polo-Le Ville Plus è in grado di allestirne uno da 5 mila posti come da 100 mila. Anche in quell'idea c'era la previsione di una copertura per tutti i settori, esercizi pubblici, sale ricreative ed anche un cinema.
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Il Gazzettino