PORDENONE - Sembra una storia degna del Ciclo dei Vinti, della Sicilia del Verga, dove ogni tentativo di affrancarsi da un destino fatto di eventi avversi è affossato da un...
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LA DIATRIBALovisa rinnega Fontanafredda, e mette in crisi soprattutto la politica pordenonese. Ecco la tabella di marcia: entro 15 giorni il presidente del Pordenone dovrà portare a Ciriani il progetto di uno stadio nuovo in città: costi, luogo (l'area Edil Nord vicino all'autostrada), tempi, nomi degli investitori privati, ci dovrà essere tutto. «In caso contrario - afferma perentorio il sindaco Ciriani - il Pordenone andrà a giocare a Fontanafredda, perché noi andremo avanti». Il primo cittadino non nasconde di essere «deluso». Ci mancherebbe. Lovisa invece garantisce: «Ho in mano una cordata capeggiata da un gruppo milanese, ma ci sono anche imprenditori friulani. Voglio il nuovo stadio». E poco conta che in caso di Serie B si sarebbe andati a giocare comunque a Udine. Qui si parla di soldi veri, di politica, di città.
TABELLA DI MARCIALovisa dice di avere in mano una strategia-lampo: «Uno studio di Pordenone metterà a punto un piano di fattibilità entro l'inizio della prossima settimana. Lo presenteremo al sindaco». Novità dell'ultima ora o progetti partoriti nell'ombra? In ogni caso ballano circa 2,5 milioni di euro. Sono stati stanziati dalla giunta Serracchiani poco prima della scadenza del mandato quinquennale e sono nelle mani dell'Uti del Noncello. Servono (servivano) alla ristrutturazione del Tognon, ma non al suo adeguamento per la serie B. Sono comunque tanti soldi pubblici, e se Lovisa decidesse davvero - con lettera scritta e firmata - di rinunciare a Fontanafredda, potrebbero risultare quantomeno eccessivi. «Nel caso - ha aggiunto Ciriani - potremmo provare a chiedere alla Regione di riassegnare i 2,5 milioni a Pordenone per realizzare le opere complementari (viabilità) legate al nuovo stadio privato del Pordenone.
BAGARRESergio Bolzonello, vicepresidente della Regione quando è stato assegnato il contributo, si chiama fuori: «Non voglio entrare nella polemica - dice chiaramente -, è una materia che compete a Ciriani e Lovisa». Ma la firma sul finanziamento resta in calce e risale alla giunta che ha cessato di esercitare le sue funzioni nella primavera del 2018. A precisa domanda, Ciriani risponde: «Rischio Corte dei conti? Sì, c'è». Per evitarlo bisognerà mettere una toppa a una situazione fluida, che rischia di diventare imbarazzante. La gara d'appalto era pronta, ma il dietrofront del presidente Lovisa ha spiazzato tutti. E il Pordenone, nonostante la classifica, è tornato a dividere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino