Venezia: spinta da un'altra paziente in ospedale, si rompe il polso. L'Ulss 3 dovrà risarcire 10mila euro, ma lei nel frattempo è morta

Venezia: spinta da un'altra paziente in ospedale, si rompe il polso. L'Ulss 3 dovrà risarcire 10mila euro, ma lei nel frattempo è morta
VENEZIA - Nel giugno del 2014 cadde rovinosamente a terra mentre si trovava degente presso il Dipartimento di Salute, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Ospedale...

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VENEZIA - Nel giugno del 2014 cadde rovinosamente a terra mentre si trovava degente presso il Dipartimento di Salute, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Ospedale Civile di Venezia, a causa di una spinta ricevuta da un'altra paziente, riportando una frattura scomposta al polso sinistro. A distanza di otto anni dai fatti, l'Ulss 3 Serenissima è stata condannata a risarcire oltre 10mila euro ad un'ottantaduenne veneziana che, prima della sentenza, è deceduta. Il risarcimento sarà dunque a favore dei suoi eredi.


La sentenza è stata emessa dalla quarta sezione civile della Corte d'appello di Venezia, la quale ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Augusto Palese e Niccolò Bullo, ribaltando la decisione con cui, in primo grado, il Tribunale aveva negato il risarcimento.

L'Ulss 3 dovrà risarcire 10mila euro, ma lei nel frattempo è morta

I giudici d'appello hanno riconosciuto la responsabilità dell'Azienda Ulss 3 Serenissima per il danno patito dall'anziana per non avere i sanitari dell'Ospedale Civile veneziano posto in essere un'adeguata vigilanza finalizzata a tutelare la sicurezza della paziente.



A seguito dell'incidente, l'anziana aveva subito inviato una formale richiesta risarcitoria all'Ulss 3 sostenendo che non era stata posta in essere alcuna cautela nonostante vi fosse la consapevolezza delle particolari condizioni di instabilità in cui versava la paziente autrice della spinta, la quale era solita comportarsi in modo aggressivo e potenzialmente pericoloso per l'incolumità degli altri degenti. L'Azienda sanitaria negò il risarcimento e l'avvocato Palese si è rivolto all'autorità giudiziaria. Il Tribunale di Venezia rigettò la richiesta sostenendo che non vi fosse prova della sussistenza di un nesso causale tra uno specifico inadempimento ascrivibile ai sanitari del reparto e la caduta subita dall'anziana. Tesi non condivisa dai giudici di secondo grado, i quali hanno riconosciuto la piena responsabilità dell'Ulss 3. La sentenza potrà essere ancora impugnata per Cassazione.

 

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Il Gazzettino