Accusato di stalking, minaccia il medico che lo ha visitato per la perizia

Accusato di stalking, minaccia il medico che lo ha visitato per la perizia
SPINEA - I Carabinieri della Stazione di Spinea hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di R.M. di anni...

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SPINEA - I Carabinieri della Stazione di Spinea hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di R.M. di anni 36enne, veneziano ma da tempo dimorante in terraferma, disposta dal G.I.P. del Tribunale di Roma, sulla base delle risultanze delle indagini avviate a seguito della denuncia presentata da un professionista della capitale, incaricato di periziare lo stato di salute mentale dell’uomo nell’ambito di un processo per “stalking” nei confronti di una donna, a sua volta oggetto di continue e incessanti condotte vessatorie, consistenti in decine di messaggi e mail contenenti minacce di morte, che hanno portato all’applicazione della misura cautelare. Purtroppo le vessazioni erano verosimilmente dovute ad uno stato di grave alterazione psicologica dell’uomo, riconosciuto affetto da un disturbo delirante, per il quale gli era stata prescritta una precisa cura psicologica.


Il perito doveva appunto accertare lo stato di salute psicologica dell’uomo nel pregresso procedimento e proprio grazie alla sua analisi l’uomo veniva provvisoriamente riconosciuto come socialmente pericoloso, pur se mandato assolto per lo specifico episodio di stalking alla donna.

A seguito della denuncia acquisita e degli accertamenti svolti dagli investigatori,  veniva richiesta dal p.m e convalidata dal giudice la misura cautelare che costringe l’uomo in idonea struttura detentiva per essere immediatamente sottoposto a visita e protocollo medico, misura anche volta a tutelare il professionista e la donna dalla reiterazione continua delle deliranti minacce. In particolare, il tenore particolarmente crudo ed esplicito delle minacce sia di morte che di malesseri fisici e sofferenze nei confronti del professionista, ritenuto il colpevole unico dei suoi guai giudiziari, convincono il Giudice ad emettere il massimo provvedimento cautelare possibile: la privazione della libertà personale e la traduzione in carcere con visita medica obbligatoria.

Il contrasto alla violenza di genere e l’ascolto delle vittime di atti persecutori rappresenta per i Carabinieri una priorità istituzionale contrastata con ogni risorsa e mezzo messo a disposizione dalla legge.   Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino