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SPINEA - Prendere per oro colato un post sui social può depistare, se non addirittura arrecare danno a qualcuno. In tanti, per esempio, hanno dato per scontato che la denuncia di una pagina Facebook che racconta di un comune della Val di Fiemme fosse supportata da elementi più concreti. Ed è così che i presunti “4 debosciati di Spinea”, dopo essere stati redarguiti da più parti, nel web, anche da account ufficiali di istituzioni locali (per fortuna in modo anonimo), sono stati identificati da alcuni lettori che li hanno presi di mira nei messaggi privati. Ma, come era prevedibile, si scopre che le cose sono molto diverse. Tutto nasce da un post, poi condiviso molte volte, nel quale si scrive che “quattro debosciati di Spinea”, improvvisandosi “esperti di montagna” dopo aver visto un video di un influencer su Youtube, avrebbero trascorso alcuni giorni delle feste nel baito dei Slavazi, un bivacco in Val di Fiemme, per poi andarsene lasciandolo in condizioni terribili, sporco, danneggiato, con sigarette spente e spazzatura abbandonata. Nel post vengono accusati di essere incivili e stupidi e nei commenti indignati si rincara la dose. Il più divertente, va detto, allarga il fronte nemico: “Taliani, n altra cultura”.
LA VICENDA
Ma partiamo da una constatazione semplice: i “quattro”, due uomini e due donne, che hanno passato la sola notte di San Silvestro nel bivacco non sono di Spinea: solo uno è originario della città ma lavora da insegnante in un’altra regione. «Ho ricevuto dei messaggi da sconosciuti e non capivo cosa fosse accaduto - racconta l’unico spinetense del gruppo vittima del fraintendimento -.
L’INGHIPPO
Ma lo spinetense si è fatto la sua idea sulle ragioni del fraintendimento: «Si usa lasciare un segno del proprio passaggio nei libri dei bivacchi. Noi lo facciamo in modo originale e divertente. Evidentemente la storia che abbiamo scritto, in stile Signore degli anelli, ha depistato la comunità che ha pensato che avessimo trascorso le vacanze lì, lasciando il caos. Ma la festa, che da sempre trascorriamo in montagna, per noi consiste solo nell’aprire una bottiglia di prosecco e mangiare un panino con la salsiccia, per poi ripartire subito il mattino. Qualcuno è passato nei giorni successivi e non ha firmato». Nonostante il chiarimento con la Magnifica Comunità di Fiemme, che ha verificato la loro estraneità ai fatti, il post originario sulla pagina è rimasto così com’era, con tutti gli insulti al seguito.
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