VENEZIA - Proprio con Venezia doveva cozzare l’atavica ossessione inglese per il “politically correct”. Proprio con la città del Moro di Venezia,...
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La notizia, come si dice, è diventata virale. Ma poco importa che la gaffe sia della principessa del Kent per l’improvvido - secondo alcuni, molti - sfoggio, o dei crociati del “polticamente corretto” che, dai social alla stampa, l’hanno costretta a rinnegare quel pezzo pregiato senza conoscerne storia e valore.
Perché si dà il caso che quella spilla sia veneziana, venduta a Venezia, fatta a Venezia. A San Marco, per la precisione. E che da Venezia si levi una protesta mista di orgoglio e incredulità. «Non c’è dubbio che quella spilla (dal costo di circa 4mila euro, ndr) sia nostra, fatta a Venezia, al 99% venduta nel nostro negozio», puntualizza Alberto Nardi, gioielliere di San Marco, che a quella spilla con la testa di moro ha accostato il nome di famiglia. «Ma prima che essere il “moretto di Nardi” quello è il “moretto di Venezia”. E non ci sto a sentire dire che si tratta di un oggetto dal significato razzista e coloniale. Ma scherziamo?». Nardi, che ha anche insegnato Storia del gioiello all’università di Ca’ Foscari, prova a spiegarglielo. «Allora, quella spilla appartiene a una collezione precisa, che si chiama “Rinascimento”. Conosco la principessa di Kent, ma non credo che l’abbia acquistata lei nel nostro negozio in piazza San Marco».
Il Gazzettino