GRADO (Gorizia) - Ricorre quest’anno il centoventicinquesimo anniversario della nascita ufficiale della spiaggia di Grado come stazione balneo-curativa. Era il 25...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nulla nasce per caso: alle spalle di quel provvedimento ufficiale c'è un lungo e intelligente impegno. Sin dal 1873, a vario titolo, fondatori e protagonisti dei primi anni di vita dell’ospizio marino, valorizzarono l’ambiente e il clima di Grado a fini terapeutici. Il testo normativo di quel 25 giugno 1892 è semplice, strutturato da soli cinque articoli che dettano chiare norme, attualissime anche a 125 anni di distanza.
Il vecchio regolamento
La parte più curiosa di questo regolamento è riportato nell’articolo 29, quello relativo alla riscossione della tassa di cura. «Ad eccezione delle persone pertinenti al comune e dei membri comunali in genere che hanno stabilite dimora nel circondario di cura e dei loro famigliari, sono da considerarsi quali ospiti in cura i visitatori del circondario di cura, i quali vi mantengono la loro dimora oltre 48 ore».
I poveri e i bimbi non pagavano
Si legge anche: «Oltre alle persone testé eccettuate vanno esenti dal pagamento della tassa di cura: a) Quelli che comprovano di trattenersi nel circondario di Grado per affari estranei al soggiorno di cura e dei bagni; b) i medici e chirurghi laureati nazionali ed esteri, loro mogli, figli minorenni e figlie nubili viventi in famiglia; c) le persone di servizio; d) quei forestieri che potranno comprovare la loro povertà; e) i fanciulli ricoverati nell’ospizio marino ed il personale addetto a quello stabilimento; f) gli attinenti dei fanciulli ricoverati nell’ospizio marino, qualora prendessero soggiorno in Grado al solo scopo di sorvegliare i proprio bambini senza approfondire dei mezzi di cura o dei bagni di mare». Nelle foto la vista di Grado dal cielo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino