VENEZIA - «Ancora una dimostrazione del perché di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Il Veneto, gli operatori veneti, la prima economia del Veneto, si aspettano...
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«Chi sa fare meglio ha diritto di farsi valere - aggiunge Zaia - ma questa non è una liberalizzazione, è l'azzeramento stolto di un'intera imprenditoria, la cancellazione di una tradizione che si traduce in qualità, la messa a rischio di posti di lavoro. Per andare verso una liberalizzazione seria occorre tempo, bisogna tenere presente la necessità degli imprenditori di ammortizzare gli investimenti, creare priorità nei bandi nei quali si tenga ben presente la storia e la qualità di un riviera e dei servizi creati. Bisogna usare il cervello, pratica evidentemente poco diffusa nel burosauro europeo». «Da Bruxelles e dintorni - conclude - arrivano quasi ogni giorno norme assurde, che ricordano tanto lo spirito con il quale in Italia si arrivò a decidere che l'altezza media dei soldati non doveva superare quella del Re: poco buon senso e ossequio al potente di turno, nel nostro caso Paesi senza spiagge e, in qualche caso, persino senza mare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino