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CAORLE - Cosa devono fare amministratori e operatori della costa veneta per intercettare le opportunità del Pnrr? È uno degli interrogativi che hanno fatto da filo conduttore durante la presentazione della relazione socio-economica redatta dal professor Paolo Feltrin per la Conferenza dei sindaci del Litorale Veneto che si è tenuta venerdì sera in municipio a Caorle. Il docente di Scienza dell'amministrazione e Analisi delle politiche pubbliche all'Università di Trieste ha elaborato la relazione I Comuni della Costa società, economia locale e pianificazione strategica Il Confronto per la ripartenza post-covid nell'ambito della programmazione della Conferenza dei sindaci della costa.
STRUMENTO DI ANALISI
Questa iniziativa, fortemente voluta dai primi cittadini dei comuni costieri già durante le fasi più critiche della pandemia, ha portato alla stesura di uno strumento di analisi scientifica con il quale sono state esaminate a fondo le criticità e le peculiarità del territorio, al fine di avere un quadro completo di tutto ciò che serve per accompagnare la ripartenza post-Covid.
NODO INFRASTRUTTURE
Una delle criticità più significative evidenziate dallo studio del professor Feltrin riguarda le infrastrutture di cui la costa veneta è sostanzialmente priva.
TURISMO DI PROSSIMITÀ
Con l'avvento della pandemia, infatti, il turista rinuncia ai viaggi transoceanici e sceglie località più vicine, facilmente raggiungibili con mezzi ritenuti sicuri, in particolare l'auto. «Lungo la costa veneta è Bibione la località turistica più vicina a un casello autostradale, circa 22 chilometri. Sulla costa romagnola tutte le località turistiche sono molto più vicine ai caselli autostradali. Attualmente nel Pnrr non c'è nemmeno una infrastruttura veneta» spiega ancora il docente alla platea di operatori della località balneare.
LE RISORSE EUROPEE
Quanto, invece, alle possibilità di intercettare risorse dal Pnrr per il turismo della costa, ad avviso del professor Feltrin sono tre i grandi nodi che le istituzioni locali e regionali, gli imprenditori e i loro consorzi devono poter risolvere, attraverso un lavoro comune: il primo prevede la creazione di uffici ad hoc che si dedichino in via esclusiva alla ricerca di informazioni in merito alle risorse messe a bando grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa; il secondo riguarda la necessità di avere nel cassetto o in via di approvazione progetti da finanziare: la partecipazione ai bandi richiede infatti per enti o consorzi pubblico-privati di aver già pronta tutta la documentazione da far vagliare agli enti competenti; il terzo nodo impone di avere legami e contatti con Roma al fine di poter far conoscere le esigenze delle località balneari del Veneto a chi deve mettere a bando le risorse derivanti dal piano. Per sciogliere questi tre nodi, l'unica strategia possibile è una forte unione a livello istituzionale, e la Conferenza dei sindaci del litorale veneto in questo senso ne è già un felice esempio, oltre alla sinergia tra enti pubblici e partner privati.
Il Gazzettino