Al mare arrivano i turisti, ma mancano bagnini e personale che parli tedesco

Sulle spiagge del Veneto sempre più difficile trovare bagnini e personale preparato
VENEZIA - I turisti stanno arrivando sulle spiagge, ma all’appello manca in parte chi si prenderà cura di loro. La stagione estiva accorciata, con aprile e maggio...

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VENEZIA - I turisti stanno arrivando sulle spiagge, ma all’appello manca in parte chi si prenderà cura di loro. La stagione estiva accorciata, con aprile e maggio sacrificati sull’altare della necessità di contenere l’epidemia da coronavirus, risulta meno allettante per molti lavoratori stagionali del settore balneare. E le categorie economiche alle prese con la difficoltà nel trovare le professionalità necessarie ad affrontare le prossime settimane.

A JESOLO ED ERACLEA

«Negli ultimi giorni qualcosa si è mosso, la ricerca però prosegue ancora», relaziona Alberto Maschio, presidente dell’Associazione jesolana albergatori che evidenzia un problema annoso, ora aggravatosi. Manca soprattutto il personale negli hotel. «A Jesolo – spiega Maschio – negli ultimi giorni c’è qualche richiesta di assunzione in più, di persone che di solito lavorano nelle grandi città dove il turismo è ancora fermo e ora tentano la strada del litorale. Il problema deriva da un mix di fattori: c’è un’offerta lavoro che va valorizzata, anche se va detto che i contratti non li facciamo noi. Ci sono poi gli ammortizzatori sociali che stanno allontanando più di qualche lavoratore e il costo del lavoro che è indubbiamente alto. Su questi aspetti vanno fatte delle riflessioni».

A mancare sulle spiagge sono anche i bagnini di salvataggio: «Pur di non perdere gli ultimi bonus – sottolinea Alessandro Berton, presidente regionale di Unionmare – ci sono addetti che in questo momento non si fanno assumere».

Soffre meno Eraclea Mare. «Le realtà più piccole – spiega Faloppa – grazie alla forza lavoro interna risolvono il problema».

A BIBIONE

Dal bagnino al manutentore, passando per il cuoco e il cameriere e che conosca la lingua tedesca. A Bibione sono molte le richieste di personale ancora inevase. «Stiamo cercando manutentori e cameriere ai piani - spiega Maria Santorso, presidente di Abit, l’associazione delle agenzie immobiliari - Purtroppo la breve stagionalità non ci aiuta. Non solo:alcune agenzie necessitano di personale per tutta la stagione, altre per alcuni giorni e i “vecchi” voucher erano una soluzione efficace per pagare il personale. Abbiamo anche l’esigenza di trovare personale che conosca la lingua tedesca».

NUOVE LEVE ASSENTI

«È fondamentale stringere nuovi rapporti con la scuola alberghiera Lepido Rocco di Caorle per rafforzarla - ribadisce Giuseppe Morsanuto, presidente di Confcommercio - Servono camerieri, cuochi, baristi e commesse. Alcuni che percepiscono il reddito di cittadinanza hanno purtroppo rifiutato».

«Cuochi e camerieri formati è difficile trovarne - ammette Alberto Granzotto, presidente di Faita Nordest - quelli formati trovano lavoro subito». «Aspetteremo la fine della scuola per cercare di completare la squadra - spiega Flavio Maurutto, direttore di Bibione spiaggia - Purtroppo con il Covid non ci sono stati neppure i corsi per formare nuovi bagnini di salvataggio».

Un problema quello dei bagnini anche per la Bibione Mare. «Senza corsi non sono stati formati i bagnini - ribadisce Elvio Sartori, presidente di Bibione Mare - ma mancano anche impiegati qualificati e personale che conosca il tedesco, lingua sacrificata dai giovani che preferiscono studiare l’inglese».

A CAORLE

Tra il 20 e il 30% delle imprese ricettive lamentano una carenza di forza lavoro. Anche a Caorle il problema della scarsità di personale per le aziende del settore turismo si fa sentire in questo avvio di stagione balneare. Negli alberghi la carenza di personale è evidente – spiega il presidente di Federalberghi Caorle, Loris Brugnerotto – la carenza è trasversale: riguarda sia le posizioni più qualificate, sia quelle che richiedono meno formazione come personale di sala, cameriere per i piani e altro ancora».

A mancare sono gli ex dipendenti stagionali, che preferiscono avvantaggiarsi dei sussidi messi a disposizione dallo Stato, a cominciare dal reddito di cittadinanza, e i dipendenti di nazionalità straniera, che a differenza degli anni precedenti alla pandemia non sono ancora arrivati nella località balneare per il lavoro stagionale. Sempre meno (ma questa è un trend iniziato prima dell’emergenza sanitaria) anche i giovani del posto, che durante il periodo estivo scelgono di affrontare le prime esperienze lavorative nelle strutture ricettive locali. «C’è un calo evidente rispetto al solito della domanda di lavoro – spiega il presidente di Confcommercio Caorle, Corrado Sandrin – Calo che colpisce sia l’ambito ricettivo che quello dei ristoranti e dei pubblici esercizi. Di certo il reddito di cittadinanza non aiuta. Servirebbe una decontribuzione per le imprese per rendere più appetibili le assunzioni».

Diversi imprenditori del posto hanno anche contattato il Cfp Giovanni XXIII di Caorle, per trovare giovani di assumere: a oggi però gli studenti dell’istituto professionale hanno già tutti reperito un impiego.

A SOTTOMARINA

«I nostri campeggi hanno grossi problemi di personale al momento – ammette Luciano Serafini, presidente di Cisa Camping – ma contiamo che a metà giugno si possa recuperare con gli studenti, che di solito in estate cercano impieghi stagionali. Siamo al paradosso: un mese fa mancava il lavoro ma c’erano i lavoratori, oggi mancano i lavoratori, ma abbiamo il lavoro. Le prenotazioni stanno andando bene: riceviamo telefonate continue». Diversa la situazione negli stabilimenti balneari. «Non abbiamo problemi di personale, quantomeno sulla quantità - afferma Gianni Boscolo Moretto, presidente di Gebis – a Chioggia non ci sono difficoltà. È vero invece che sulla qualità qualche carenza di specializzazione si sconta, ma pensiamo di investire sulla formazione e nei prossimi anni le cose andranno meglio anche in questo senso.

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Il Gazzettino