Gare per le concessioni balneari, ecco la soluzione: «Vanno messe a bando le spiagge non occupate»

CHIOGGIA - «Le gare della Bolkestein? Non credo si potranno evitare ma, forse, ci potrebbe essere una soluzione intermedia». Giorgio Bellemo, presidente...

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CHIOGGIA - «Le gare della Bolkestein? Non credo si potranno evitare ma, forse, ci potrebbe essere una soluzione intermedia». Giorgio Bellemo, presidente degli operatori balneari e turistici di Ascot, non è nuovo a posizioni controcorrente e, anche in questa occasione, tende a raffreddare certi entusiasmi. Quali? Quelli che derivano dalle recenti conclusioni del tavolo tecnico, istituito dal Governo, per valutare l’effettivo grado di occupazione delle coste italiane tramite le concessioni demaniali. «Registro un generale entusiasmo e ottimismo da parte dei concessionari demaniali - dice Bellemo - dopo che si è accertato che l’occupazione delle “spiagge” concessionate è pari al 33% circa (nel conto mancano ancora laghi, fiumi, ndr) delle coste italiane». 


In altre parole, due terzi delle coste nazionali sono liberi da concessioni, ma sono anche concessionabili? «Non è detto - risponde Bellemo - alcuni tratti di costa potrebbero essere troppo rocciosi, ricadere in aree tutelate o avere altri tipi di ostacoli. D’altra parte le aree demaniali non interessano solo le spiagge, in senso stretto. A Sottomarina, per esempio, anche i tavolini di alcuni bar, anche oltre la carreggiata del Lungomare, ricadono in area demaniale marittima». Approssimativamente, quindi, «si potrebbe ipotizzare che un altro terzo delle coste sia “non concessionabile” ma ne resterebbe sempre un ulteriore terzo, pari al 100% di quelle occupate». 


L’IDEA
Di qui l’idea, di molti operatori del settore che, per tutelare il libero mercato e la concorrenza, cioè i principi su cui si basa la Bolkestein, non sia proprio necessario sfrattare qualcuno: basterebbe mettere a gara quel 33% di aree libere. A patto, ovviamente, che i concessionari rispettino norme e leggi. Piacerebbe anche a Bellemo ma, aggiunge, «io non sono entusiasta di un risultato che arriva dopo oltre 13 anni di agonia a dimostrazione dell’incapacità di gestire il problema concessioni e temo non sarà facile aggirare la Bolkestein, di sicuro non automatico». E non solo perché la concorrenza se ne facciamo una questione di principio, deve valere anche per le concessioni già in essere (compatibilmente alla durata di ognuna) ma soprattutto perché «mancano due mesi alla scadenza del 31 dicembre» stabilita dal Consiglio di Stato «e noi riusciamo a discutere con Bruxelles entro questa scadenza? Mi sembra una pia illusione».


Andrebbe trovata, quindi, «una soluzione per così dire intermedia» che consenta a chi ha già una concessione di continuare a lavorare, magari «utilizzando le possibili proroghe previste dalla legge regionale 33», nel frattempo «potrebbero andare a gara le concessioni “libere” ma, parallelamente vanno anche definiti tutti gli aspetti della materia». E su questa base si potrebbero fare le future gare, mettendo tutti su un piano di parità. Bruxelles permettendo. 
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Il Gazzettino