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VENEZIA - «Questo spettacolo contiene un linguaggio violento e sesso dal vivo». È questo l’avvertimento per il pubblico della Biennale Teatro che domani (ore 20 al Teatro alle Tese, Arsenale) parteciperà alla prima italiana di “Brief Interviews with Hideous Men - 22 Types of Loneliness” tratto da David Foster Wallace e diretto da Yana Ross. La scelta di ingaggiare due professionisti del porno per portare in scena un’azione di sesso in presenza ha già fatto clamore al debutto a Zurigo e anche il passaggio veneziano suscita attenzione e curiosità. Per la regista – nata a Mosca, cresciuta in Lettonia e oggi basata negli USA – si tratta di uno strumento di indagine culturale, con un rimando a Freud. «Vedo il sesso in scena come un’estensione naturale per testare i confini e il legame con il pubblico», spiega in questa intervista a Il Gazzettino. Yana Ross, nel collegare temi come “mascolinità, sessualità, solitudine, perversioni, vecchiaia” quale percorso aveva in mente? «Lo stesso Wallace indica in un’intervista la solitudine come principio unificante di “Brief Interviews with Hideous Men”. Mi piace molto, perché ripete che la sua scrittura dovrebbe essere triste, ma spesso risulta molto divertente. Dice anche che per parlare di qualcosa di orribile, doloroso o inquietante servono ironia e humor. Quindi ridere con un sorriso triste è il suo modo di avvicinarsi all’essenza della nostra tristezza, fatta di incapacità di connettersi con l’altro, di una lingua “rotta”, di legami familiari rotti. Siamo isolati e “individualizzati”, non più incoraggiati al bene della comunità, focalizzati sul profitto e il proprio beneficio. E il risultato di questa mania di grandezza sono persone sole e disconnesse, prigioniere in splendidi acquari, che nuotano in cerchio». Ha detto di volere un approccio ai racconti come femminista radicale. Come si coniuga con il maschilismo dell’opera di Wallace? «Il punto di partenza è stato sicuramente il puro amore per la mente di Wallace. Trovo la sua voce elettrizzante e unica: mi eccita incontrare uno scrittore con una visione del mondo così complessa, volubile e appassionata. Soprattutto è il suo senso dell’umorismo che mi tocca profondamente, è un clown molto triste, molto divertente! Ridi e piangi allo stesso tempo, è una combinazione di sentimenti ed emozioni polarizzante. È un’esperienza deliziosa nuotare nel suo flusso di coscienza. Vedo un approccio femminista radicale nella scrittura di Wallace: non scrive “come pensa una donna”. Lascia mute tutte le domande agli “uomini odiosi”, quindi il lettore deve inventarsi il pensiero di genere». Il sesso dal vivo sul palco fa notizia, ma qual è il senso della scelta? Che reazione vorrebbe ottenere? «La pornografia è devota alla fantasia. “La pornografia è la strada maestra per la psiche culturale, proprio come per Freud il sogno era la strada per l’inconscio”, scrive Laura Kipnis. Se osserviamo più da vicino questa forma di espressione culturale, sorgono interrogativi filosofici rispetto a classi, estetica, desiderio e potere. Vedo il sesso sul palco come un’estensione naturale per testare i confini e il legame con il pubblico. Quanto lontano da convenzioni e normatività possiamo muoverci insieme nello spazio sicuro e selvaggio del paesaggio teatrale. È un esperimento importante nel presente e nel tempo, anche in uno specifico contesto culturale.
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Il Gazzettino