Spese non pagate, debiti per 1 milione di euro, super condominio rischia la chiusura del riscaldamento

IN DEBITO Il condominio alle prese con un “rosso” da un milione di euro per il quale i creditori chiedono il saldo
MESTRE - Un milione di euro di spese condominiali non pagate. È la tegola che si abbattuta sul complesso residenziale più grande del centro cittadino, quello che non...

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MESTRE - Un milione di euro di spese condominiali non pagate. È la tegola che si abbattuta sul complesso residenziale più grande del centro cittadino, quello che non a caso viene chiamato “Supercondominio Mestre” – anche se la dizione esatta è condominio San Marco - con i suoi 148 appartamenti che si sviluppano sui “grattacieli” fra corso del Popolo, via Milano e via Bissolati. L’argomento è stato affrontato nel corso di un’assemblea straordinaria che si è svolta lo scorso 21 ottobre durante la quale i 78 proprietari presenti hanno deliberato di affidarsi all’avvocato Alessandro Bianchini di Padova per porre in essere le azioni necessarie a recuperare i crediti nei confronti della società che risulterebbe insolvente.


RECUPERO CREDITI
Si tratta di almeno tre aziende riconducibili a Lubi Immobiliare Srl, subentrata alla Gabetti, che gestiscono numerosi appartamenti e che appunto non avrebbero, nel passaggio di mano, provveduto a saldare la quota parte di oneri per pulizie, riscaldamento, energia calcolata sulla base degli alloggi dati in affitto, nella fattispecie, in particolare a stranieri. Tra l’altro ora pare che in questi alloggi ci siano anche dei B&B
E ora? O si ripiana al più presto il passivo oppure si corre il rischio concreto di penalizzazioni sul fronte utenze per chi invece ha sempre pagato in maniera regolare quanto dovuto. Da alcuni calcoli eseguiti se l’ammontare milionario dovesse essere ripartito tra tutti gli inquilini non morosi c’è anche chi – in base ai millesimi occupati, dovrebbe tirar fuori di tasca propria dai diecimila ai seimila euro per ripianare un debito non suo e che ha tutta l’aria di avere a che fare con una sorta di speculazione immobiliare alquanto spregiudicata.


SERVIZI SOSPESI
Il mandato affidato al legale comprende anche l’eventuale proposizione di istanza di fallimento della stessa Lubi e nel caso sussistano i presupposti anche delle società a essa collegata. E non si esclude nemmeno un esposto alla Procura della Repubblica. 
Intanto agli ingressi dei palazzi, quasi tutti con guardiania, sono apparsi i cartelli con cui si avvisavano gli inquilini che “causa morosità il servizio di pulizie verrà sospeso dal 1. Novembre”. E questa è una delle prime dirette conseguenze del “buco” milionario e si teme possa essere non l’unica.
Ma come si è arrivati ad accumulare qualcosa come un milione di euro di spese non saldate e perché non si è agito per tempo? Gli inquilini accusano l’amministratore condominiale di averli tenuti all’oscuro dell’evolversi della situazione. Mentre quest’ultimo si difende affermando che nel momento in cui assunse l’incarico il debito della Lubi ammontava a 300mila euro e che poi, senza alcun costo per il condominio, era sceso a 180mila. Insomma si pensava che il passivo potesse rientrare progressivamente a fronte di un maturato annuo di sole spese ordinarie in capo a Lubi di 150mila euro e che se ci si fosse rivolti al giudice i versamenti che pur venivano eseguiti si potevano interrompere definitivamente. A far precipitare le cose fino alla voragine attuale ci avrebbero messo del suo la pandemia da una parte e la recente esplosione dei pressi di gas e luce dall’altra.


Il Super condominio, progettato e costruito a suo tempo da Generali che ha ancora alcuni locali, è occupato oltre che da residenti, da studi professionali, negozi e istituti di credito.
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Il Gazzettino