Immobili del boss cinese, lo Stato non paga le spese (150mila euro), tocca ai condòmini

Immobili del boss cinese, lo Stato non paga le spese (150mila euro), tocca ai condòmini
MESTRE - Loro, al contrario di quegli inquilini che preferiscono scappare dai condomini sovraffollati, non se ne sono andati. Sono rimasti là, al civico 161 di via Piave,...

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MESTRE - Loro, al contrario di quegli inquilini che preferiscono scappare dai condomini sovraffollati, non se ne sono andati. Sono rimasti là, al civico 161 di via Piave, il palazzone che un tempo ospitava la holding di Keke Luca Pan, l'imprenditore cinese inquisito e poi condannato per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ora però quegli inquilini, che occupano una trentina dei 45 appartamenti del complesso, rischiano di pagare cara la loro resilienza.  Questa volta Pan non c'entra, dato che gli otto appartamenti e i due negozi che gli appartenevano sono stati confiscati e affidati al Comune per avviare il recupero sociale della zona. Il problema sta nelle spese condominiali arretrate che pesano come un macigno sull'amministrazione del condominio: si tratta di 150mila euro che, a seguito della confisca dei beni, risultano a carico dell'Erario che ne ha assunto la proprietà nel maggio scorso. Però lo Stato non paga, e l'amministratore del condominio ha avvertito i condomini: se va avanti così devono pagare loro.

 


La questione è stata esposta l'altra sera nel corso dell'assemblea condominiale tenuta dall'amministratore dell'immobile, il geometra Tarcisio Conte. «Da quando il Comune è entrato in possesso delle unità confiscate - spiega quest'ultimo - le spese condominiali vengono regolarmente saldate. Il problema sta nelle spese pregresse che sono a carico dell'Erario». Ovvero dell'amministrazione finanziaria dello Stato, che l'amministratore sta ora cercando di contattare per venire a capo della questione. Non sarà una cosa facile, mette le mani avanti Conte, tantomeno rapida, e l'esito dell'istanza non è scontato. DOCCIA FREDDA «Per questo - aggiunge il responsabile dell'amministrazione - se l'Erario non dovesse rispondere delle spese condominiali arretrate, saranno gli altri condòmini a dovere saldare le spese». Una doccia fredda per tanti inquilini, perlopiù anziani, la cui unica colpa è di avere avuto in passato un vicino di casa scomodo. Già in passato i residenti avevano rischiato di trascorrere l'inverno al freddo, quando si attendeva il provvedimento di confisca degli immobili poi assegnati al Comune che li ha a sua volta destinati agli operatori del servizio anti-tratta, agli ex combattenti e all'associazione degli ex dipendenti della Polizia. La legge de lresto parla chiaro, come ben sanno gli inquilini di altri immobili pubblici amministrati da Conte. «Alla Gazzera - spiega - siamo in attesa che Insula saldi 40mila euro di spese condominiali arretrate, mentre alla Giudecca gli inquilini di un immobile danneggiato dall'acqua alta rischiano di rimanere senza ascensore perché servono diecimila euro e per il Comune non si tratta di una spesa prioritaria». Alberto Francesconi
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Il Gazzettino