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BELLUNO - L'attesa per le bollette che arriveranno e che nessuno vorrebbe arrivassero per i rincari previsti è forte. È un misto di attesa e inquietudine. Ma, a dire il vero, i cittadini vivono già una situazione di emergenza. Rispetto a un anno fa, secondo l'Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (d'ora in avanti Anaci) del Veneto, c'è stato un incremento delle spese immobiliari che oscilla dal 40 al 50 per cento. E questo al netto di aiuti, di accordi statali e di un ottobre caldo che (senza tanti giri di parole) ha salvato tante famiglie dal lastrico. Sono infatti numerose le chiamate ricevute dall'Anaci in cui i cittadini ammettono le loro difficoltà: non più furbetti che saltano una rata e prendono tempo, ma anziani soli la cui pensione non basta più. «Gli aumenti sono partiti già quest'estate con le rette di agosto e settembre altissime - spiega il bellunese Lino Bertin, presidente regionale Anaci - Per quanto riguarda il metano, per fortuna, è iniziato un pseudo-accordo nazionale per calmierare il prezzo che si è abbassato abbastanza. Se rimanesse così, sarebbe meno drammatico di quello che dicevano le previsioni un mese e mezzo fa». Tuttavia, rispetto alla media dell'anno scorso, i cittadini pagano già un 40-50 per cento in più. Quindi, continua Bertin, «siamo già sul doppio, nonostante gli aiuti». Le previsioni sono difficili perché, a livello governativo, non c'è ancora la garanzia di un tetto al prezzo del gas che salvi i cittadini da bollette troppo alte. Quindi, il futuro è «drammatico». Si cerca di aumentare il numero di rate per spalmare il costo totale ma alla fine l'importo si fa sentire lo stesso sulle tasche dei bellunesi: «Tanti ci chiedono: come facciamo? Ci sono grosse difficoltà. È un problema sociale molto forte».
Il problema in più
La provincia di Belluno ha un problema in più rispetto al resto d'Italia. L'incidenza del costo del riscaldamento è più alta. Fa più freddo, di conseguenza bisogna riscaldare di più. Belluno, insieme a Cuneo e Trento, è stata posizionata all'interno della Zona F in cui rientrano i comuni più freddi. In queste zone gli impianti di riscaldamento centralizzati possono essere accesi (e spenti) senza alcuna limitazione. «Per fortuna abbiamo avuto un ottobre caldo che ci ha dato sicuramente una mano per avere più respiro - continua il presidente regionale di Anaci - In provincia si sta accendendo il riscaldamento in questi giorni perché l'abbassamento della temperatura mattutina ha portato alla necessità di avere un po' di calore.
Cercando la mediazione
Per ora non ci sono novità sul decreto che permetterebbe di vietare la chiusura del metano nei condomini dove non viene pagato. Gli amministratori hanno quindi incontrato i fornitori di energia per cercare una mediazione: «Fino al 2021 avevi prezzi del metano trimestrali e quindi l'aumento arrivava dopo 3 mesi - aggiunge Bertin - Da settembre, invece, il costo è definito mensilmente, quindi ogni mesi potresti avere un aumento perché nel frattempo è schizzato il prezzo del metano. Sono oscillazioni importanti che non danno tranquillità».
La chiusura Bertin la riserva ai fornitori: «Abbiamo cercato di contrattare, soprattutto con i fornitori locali, che hanno sempre avuto prezzi vantaggiosi rispetto agli altri, ma sono in difficoltà anche loro perché, pagando prima, rimangono poi scoperti». Un cane che si morde la coda e che metterà in seria difficoltà tanti cittadini.
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