Spari in classe alla prof, il ministro alla preside: «Subito una relazione dettagliata»

ROVIGO - La vicenda degli spari alla prof finisce sul tavolo del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che come si sottolinea in una nota diramata dal ministero,...

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ROVIGO - La vicenda degli spari alla prof finisce sul tavolo del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che come si sottolinea in una nota diramata dal ministero, «ha telefonato a Isabella Sgarbi, preside dell’Iis Viola-Marchesini di Rovigo, la scuola dove alcuni ragazzi hanno sparato a una professoressa con una pistola ad aria compressa, colpendola a un occhio e alla testa con dei pallini di gomma».

Il ministro fa sapere di aver voluto innanzitutto esprimere la propria solidarietà e la propria vicinanza alla professoressa e all’intero corpo docente per il gravissimo episodio subito. Ha quindi convocato la dirigente Sgarbi a Roma, al ministero, per martedì prossimo, il 24 gennaio. Con una richiesta specifica, ovvero di produrre «una relazione ufficiale e dettagliata dei fatti, del contesto in cui sono maturati e della partecipazione dei genitori al percorso educativo dei figli». Questo, si sottolinea ancora, «prima di prendere decisioni conseguenti sulla vicenda». Il ministro Valditara fin dall’inizio del proprio mandato ha insistito molto sul tema del contrasto al bullismo e cyberbullismo. «Rafforzeremo l’azione contro questi fenomeni molto frequenti nel post pandemia con l’obiettivo di avere un clima di convivenza civile e di rispetto», ha sottolineato anche nella presentazione delle proprie linee programmatiche alle commissioni Cultura di Senato e Camera il mese scorso. Anche l’inciampo sulla «umiliazione fattore fondamentale nella crescita» era inserito in una riflessione più ampia sugli episodi di violenza che avvengono in classe e sulle possibili soluzioni, fra le quali anche i lavori socialmente utili. Non a caso, tornando sulla vicenda rodigina, il ministro ribadisce: «Contrastare fermamente il bullismo e la violenza a scuola e ripristinare nelle classi la cultura del rispetto sono due priorità della mia azione. Senza di esse non può esistere nessun sistema scolastico degno di questo nome».

TENSIONE
Il polverone mediatico che si è sollevato dopo che la vittima dell’episodio, la professoressa Maria Cristina Finatti, che insegna Scienze all’Itis Viola, ha deciso di denunciare tutta la classe e di rendere pubblica questa sua scelta a distanza di tre mesi dal fatto, avvenuto la mattina dell’11 ottobre scorso, sta arroventando il clima anche all’interno della classe. Sia fra i ragazzi che fra i genitori. Ci sono posizioni diverse, fra “innocentisti” e “colpevolisti”. Chi circoscrive le responsabilità ai quattro “protagonisti”, ovvero lo studente che ha sparato contro la docente colpendola alla testa e poi, con una seconda raffica, a uno zigomo, che si è subito autoaccusato, spiegando che si era trattato di una sorta di sfida con altri ragazzi, il proprietario dell’arma, quello che l’ha poi lanciata dalla finestra e quello che ha ripreso tutto con il cellulare, con il video circolato via Whatsapp e divenuto virale. Ma le sghignazzate sono state quasi generali. Domani pomeriggio, proprio per un confronto interno, i genitori di tutti gli studenti della classe si sono dati appuntamento. La tensione è alta. Anche la preside Sgarbi, vista la delicatezza del frangente, preferisce non rilasciare ulteriori dichiarazioni.


SERVIZIO TELEVISIVO


Intanto del caso si sono interessate anche le Iene e nella puntata di stasera su Italia 1 sarà probabilmente messo in onda il servizio realizzato da Alice Martinelli. Fra le persone sentite, anche il padre di una ragazza della classe, che rimarca un aspetto che cambia di molto la prospettiva rispetto al racconto della docente, secondo la quale un solo alunno, che sembrerebbe essere proprio l’esecutore materiale del gesto si sia scusato con lei, insieme al padre. Secondo il racconto della studentessa la scuse, collettive, ci sarebbero state, da parte di tutta la classe. Alla presenza anche di preside e vicepreside. «Mia figlia - sottolinea il padre della giovane - mi conferma che dopo una settimana le hanno chiesto tutti scusa, anche chi non c’entrava come mia figlia, e la professoressa le avrebbe accettate. Questo non toglie che è stato un fatto molto brutto, non oso immaginare come si sia sentita la professoressa. Io stesso mi ero presentato dalla preside per chiedere un incontro con la professoressa, ma lei ha detto di lasciar perdere». In ogni caso, i ragazzi stanno scrivendo una lettera collettiva di scuse formali per la professoressa, al momento non formalizzata.

 

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Il Gazzettino