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ROVIGO - La tempesta mediatica ha reso algido il clima fra i genitori dei ragazzi della prima classe che è stata teatro dello sparo dei pallini nei confronti della prof Maria Cristina Finatti. Alcune apparizioni pubbliche hanno contribuito a inasprire i rapporti già tesi. Questo è apparso chiaramente mercoledì sera, quando proprio i genitori si sono ritrovati a scuola per un confronto “interno” e per capire se e come impostare una lettera di scuse formali nei confronti della docente vittima del “fattaccio”, che l’8 gennaio scorso ha deciso di denunciare tutti e 24 i ragazzi della classe che erano presenti quell’11 ottobre, il giorno dello “sparo”.
«Ho denunciato tutti - ha rimarcato a più riprese la prof - perché sono stati tutti colpevoli, non si rendono responsabili.
Le famiglie spaccate
Tuttavia, non tutti i genitori ritengono che i rispettivi figli siano colpevoli. O quanto meno, che lo siano sullo stesso piano dei quattro protagonisti principali, ovvero dello studente che ha sparato, che si è subito autoaccusato, spiegando che si era trattato di una sorta di sfida con altri ragazzi, del proprietario dell’arma, di quello che l’ha poi lanciata dalla finestra e di quello che ha ripreso con il cellulare. Anche fra i genitori di questi ultimi le posizioni non sono sovrapponibili, come è apparso evidente quando la famiglia di uno dei 4 ha impugnato il provvedimento di sospensione per un vizio di forma, ottenendone lo slittamento. Le sospensioni, infatti, sono state scontate solo questa settimana.
LA RIUNIONE
All’incontro erano presenti, oltre ai genitori, la preside dell’istituto Viola-Marchesini Isabella Sgarbi, il vicepreside vicario Cesare Lamantea, la psicologa della scuola Federica Boniolo e il professor Paolo Scorzoni, che segue il comitato studentesco. L’incontro è andato avanti per quasi due ore. Nella prima c’è stato un confronto sulle precisazioni, anche a rettifica, di quanto apparso sui social, poi si è aperta la discussione fra i genitori, a discutere fra loro. I toni sono stati in qualche momento anche aspri. Alla fine tutti sembrano essersi trovati d’accordo sulla necessità di scrivere una lettera collettiva di scuse alla professoressa Maria Cristina Finatti, anche se il testo definitivo ancora non è stato compilato. Perché su ogni frase si sono innescate discussioni. Un parto sofferto che dimostra come l’attenzione mediatica abbia esasperato il clima all’interno della classe e fra le famiglie dei ragazzi, mettendo in crisi anche il progetto educativo collettivo che deve essere invece la bussola di tutto e che rischia di essere dilaniato da rancori, accuse e controaccuse.
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Il Gazzettino