TRIESTE - «Non ci sono riscontri sulla malattia mentale del killer». Le immagini della sparatoria avvenuta in Questura a Trieste, riprese dalle telecamere...
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SALVINI IN VISITA A TRIESTE LUNEDì 7 OTTOBRE
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Secondo gli inquirenti le uniche prove in merito a un presunto disagio psichico provengono dalle testimonianze dei familiari e sono dunque di parte. Verifiche verranno fatte eventualmente in un momento successivo oppure nel caso che dalla Germania giungessero atti o documenti a comprovare che Alejandro era seguito da operatori sanitari per disagi psichici. Secondo quanto si è appreso, investigatori e inquirenti troverebbero conferma di una lucidità dell'uomo anche nel fatto che l'ambulanza del 118 giunta con le auto della Volante e della Mobile a prendere i due fratelli dopo che erano stati chiamati da questi ultimi, non ha preso in carico Alejandro, proprio perché non avrebbe manifestato alcun problema. La lucidità e la consapevolezza dell'azione compiuta da Alejandro è uno degli elementi che avrebbe convinto il Gip a confermare completamente la richiesta della Procura di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
«Fasi estremamente concitate al tempo stesso drammatiche». Così il Questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, ha definito i filmati delle telecamere che hanno ripreso la scena della sparatoria all'interno della questura. Fasi che «hanno testimoniato la capacità di risposta dell'apparato che è riuscito a rendere inerte e a fermare la persona immediatamente, scongiurando la possibilità che potesse fare danni peggiori», ha concluso.
Augusto Stephan Meran ha mostrato «lucidità» nella «manovra aggressiva» con cui prima ha ucciso i due agenti della questura di Trieste, ne ha ferito alla mano un terzo e poi, sempre sparando ad altezza d'uomo, «come si evince dai filmati tratti dalla sicurezza interna della questura» ha tentato l'omicidio «di almeno altri 8 agenti», tra cui tre addetti alla vigilanza degli uffici di via Tor Bandena, quattro agenti in forza alla Squadra mobile che erano nell'auto fuori è sono intervenuti per bloccarlo e di un altro poliziotto intervenuto dopo gli spari.
È quanto emerge nel decreto di fermo firmato dal pm Federica Riolino che, sostenendo la presenza di «gravi indizi» di colpevolezza, ha chiesto e ottenuto dal gip, la convalida della misura cautelare.
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Il Gazzettino