Uccise due agenti, assolto perché non imputabile: non si trova una struttura per lui, potrebbe venire liberato

Lo scenario della sparatoria di Trieste: due poliziotti persero la vita
TRIESTE - «Apprendiamo dalla stampa che per il Meran, assolto, in quanto non imputabile, il 6 maggio per l'omicidio dei due agenti di polizia Rotta e Demenego non...

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TRIESTE - «Apprendiamo dalla stampa che per il Meran, assolto, in quanto non imputabile, il 6 maggio per l'omicidio dei due agenti di polizia Rotta e Demenego non si trova una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, ndr) in grado di accoglierlo. Meran è tuttora in carcere e secondo la sentenza della corte d'assise di Trieste non ci dovrebbe stare, in quanto destinato ad una Rems che però non si trova, con il rischio che potrebbe essere anche liberato, questo il virgolettato del Procuratore capo di Trieste. Ecco il paradosso di una sentenza di primo grado ingiusta e davvero da criticare anche solo dal suo dispositivo in attesa delle motivazioni». Lo scrive in una nota l'avvocato Valter Biscotti, legale parte civile Fervicredo (Associazione Feriti e Vittime della Criminalità e del Dovere). Il legale, «come già anticipato una volta pubblicata la sentenza» ha annunciato che solleciterà «con un'istanza la proposizione dell'appello da parte della Procura generale». 

A due mesi dalla sentenza Augusto Meran, il dominicano che il 4 ottobre 2019 uccise in questura i due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, resta ancora in carcere, a Verona, non essendoci in Italia una Rems, una delle strutture che, in base alla legge 81 del 2014, hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari, ed è in una di queste che Meran dovrebbe essere trasferito, in quanto persona non imputabile, come da sentenza di assoluzione pronunciata il 6 maggio scorso dal giudice della Corte di Assise Enzo Truncellito. Per il giovane, infatti, era stato indicato un vizio totale di mente e una condizione di delirio persecutorio tale da escludere totalmente la capacità di volere dalla perizia psichiatrica incaricata dalla Corte a Stefano Ferracuti, ordinario di Psicopatologia Forense della facoltà di Medicina dell'università La Sapienza di Roma.

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Il Gazzettino