Sparatoria in questura, lo psichiatra: «Per Meran percorso di riabilitazione in carcere»

Sparatoria in questura, due agenti uccisi. Ora l'accusato Meran in Corte d'Appello
TRIESTE - «Si può fare, si può agire: per la follia si può agire in maniera diversa e per quanto riguarda specificamente il caso di Meran, sono convinto...

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TRIESTE - «Si può fare, si può agire: per la follia si può agire in maniera diversa e per quanto riguarda specificamente il caso di Meran, sono convinto che possa affrontare un percorso di riabilitazione in carcere, dove avranno gli strumenti per gestirlo». È il parere dello psichiatra Peppe Dell'Acqua, tra i protagonisti della rivoluzione basagliana a Trieste, espresso all'Ansa alla vigilia dell'udienza della Corte d'Appello di Trieste che potrebbe emettere la sentenza su Alejandro Meran, accusato del duplice omicidio in Questura. Ovviamente, «dipende dall'impegno che si mette nella riabilitazione, la parola chiave è 'negoziazione', cioè riuscire a entrare nell'altro comprendendone le ragioni», spiega Dell'Acqua. «Se a Meran venisse riconosciuta la seminfermità mentale il suo destino è il carcere, in applicazione della linea di pensiero che afferma la responsabilità soggettiva dell'individuo».

Al contrario, «se dovesse essere riconosciuta la totale infermità mentale, Meran sarà portato in una Rems», Residenza esecuzione misure di sicurezza, vale a dire una struttura sanitaria di accoglienza per i responsabili di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. «Il caso di Meran è molto eclatante - prosegue Dell'Acqua - e la sua è una storia personale molto difficile. In carcere ci sono piccoli reparti psichiatrici che, se condotti con criterio», possono essere un luogo di riferimento. In questo senso Dell'Acqua ha citato il caso di un immigrato che a Milano «pochi anni fa uccise quattro persone senza motivo e, dichiarato seminfermo, è stato condannato a venti anni di carcere e sta seguendo proprio uno di questi percorsi».

 

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Il Gazzettino