Mira in aria dal terrazzo con un fucile ad aria compressa e colpisce la vicina di casa alla schiena

IL QUARTIERE La donna ferita abita vicino al centro di Vigonza
VIGONZA - A cena con i due figli minori è stata colpita alla schiena da un pallino sparato da una carabina ad aria compressa. Paura venerdì sera poco dopo le 20 in...

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VIGONZA - A cena con i due figli minori è stata colpita alla schiena da un pallino sparato da una carabina ad aria compressa. Paura venerdì sera poco dopo le 20 in un appartamento di via Liguria, zona residenziale del centro di Vigonza. «Mio marito era fuori - raccontato la vittima, F.G. di 46 anni, professionista con un lavoro avviato a Vigonza - ci siamo seduti a tavola in cucina per la cena io e i miei due figli di 10 e 16 anni. Essendo caldo abbiamo lasciato la finestra aperta». Ad un tratto la donna ha avvertito una sensazione di calore sulla schiena e ha visto un pallino di piombo rimbalzare sul pavimento. «In un primo momento non riuscivo a capire cosa stesse accadendo - prosegue - poi sono andata in bagno a guardarmi la schiena e ho visto un puntino rosso in corrispondenza di dove avevo sentito male. Dopo aver tranquillizzato i miei figli, ho avvisato mio marito di quanto fosse accaduto e ho chiesto l'intervento del 112».


LE INDAGINI
In pochi minuti in via Liguria è arrivata la pattuglia dell'Arma della stazione di Cadoneghe. «Abbiamo subito convenuto che quel pallino che è entrato in casa mia dalla finestra fosse stato esploso da una carabina. Era chiaro che nessuno mi avesse sparato di proposito e che il colpo fosse volante, così i militari hanno iniziato tutti gli accertamenti». Al termine di una lunga attività andata avanti fino a tarda notte gli investigatori dell'Arma hanno rintracciato e denunciato lo sparatore che ora dovrà rispondere all'autorità giudiziaria di esplosioni pericolose. É S.P., di 66 anni, che vive nella medesima via a pochi isolati di distanza in una casa singola. Le forze dell'ordine quando hanno suonato al suo campanello avevano già chiaro che potesse essere il responsabile in quanto la vittima aveva riferito di una sagoma proprio in quella residenza negli attimi che hanno preceduto lo sparo. Tuttavia hanno iniziato a fargli domande per avere conferme. In un primo momento l'uomo ha fatto finta di cadere dalle nuvole, quando ha capito che i carabinieri l'avevano scoperto è salito in casa e gli ha consegnato la carabina con il relativo munizionamento. É un'arma di libera vendita ad aria compressa che l'indagato deteneva da parecchio tempo.

LA GIUSTIFICAZIONE
L'uomo è stato sentito a lungo per capire il perchè avesse sparato in una zona residenziale con il rischio di far del male a qualcuno. «Ci sono gli uccelli che mangiano la frutta dei miei alberi - avrebbe detto ai carabinieri - sono una degna persona, non volevo fare male a nessuno e non volevo neppure ammazzare gli uccelli: volevo solo spaventarli e mandarli via per salvare il mio raccolto. Evidentemente un pallino ha preso una traiettoria sbagliata finendo nella casa della signora. Mi dispiace tanto e chiedo scusa». Al termine delle formalità di rito il sessantaseienne è stato denunciato e le armi in suo possesso sono state sequestrate.
«Ho capito che quel signore non voleva far del male a nessuno e personalmente non ho nulla nei suoi confronti - conclude F.G.. - Tra l'altro non ci conosciamo neppure. Tuttavia non si può sparare in piena zona residenziale. Fortuna ha voluto che il pallino finisse la sua corsa contro la mia schiena. Non oso pensare cosa sarebbe successo se avesse colpito agli occhi uno dei miei figli. Mi auguro che situazioni di questa gravità non debbano più accadere. É un attimo farsi male e occorre un pizzico di buonsenso».

AL PRONTO SOCCORSO

Nella tarda serata F.G. è andata al pronto soccorso per farsi visitare. A parte un piccolo ematoma, non le sono state riscontrate particolari conseguenze fisiche ed ha potuto far rientro a casa. Tutti i residenti hanno espresso la propria solidarietà alla vittima. «La signora è una mia cara amica - dice una vicina - Intuendo che sarebbe bastato un attimo per provocare una situazione ben più grave, mi sono recata alla Basilica del Santo per una preghiera. Sono molto religiosa e penso che venerdì sera qualcuno abbia salvato da guai peggiori la famiglia della mia amica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino