Traffico di droga, madre e figlio nei guai: bocche cucite davanti al gip

L'inchiesta prende avvio lo scorso 2 marzo, quando i carabinieri scoprono un borsone con oltre 17 chili di marijuana nello scantinato di un condominio di Pordenone

PORDENONE - Davanti al gip Rodolfo Piccin si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Madre e figlio, indagati nell'ambito di un'indagine dei carabinieri che...

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PORDENONE - Davanti al gip Rodolfo Piccin si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Madre e figlio, indagati nell'ambito di un'indagine dei carabinieri che ha stroncato un importante traffico di droga, non hanno detto nulla riguardo all'inchiesta che ha puntato il faro sullo spaccio di marjuana, cocaina e hascisc. Filippo Lacchin, 25 anni, studente universitario di Roveredo in Piano rimane in carcere, mentre la mamma Nilla Cecchin, 55 anni, resta ai domiciliari. Entrambi difesi dagli avvocati Massimo Tomè e Andrea Ciaci.


L'operazione dei carabinieri di Pordenone ha permesso di dare un volto e un nome a un gruppo di studenti e operai poco più che ventenni che avrebbero potuto contare anche sull'appoggio di una mamma. Ragazzi in grado di movimentare 21 chilogrammi di marijuana, 165 grammi di cocaina e altri 60 di hascisc. Un importante quantativo di sostanze stupefacenti, sequestrato dagli uomini dell'Arma nell'ambito di un'indagine durata otto mesi di indagini e che ha portato a cinque arresti.

In carcere il figlio 25enne, la mamma resta ai domiciliari

Il pm Monica Carraturo ha fatto eseguire un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Rodolfo Piccin che prevede due misure in carcere per Demjan Dervishaj, 25 anni, disoccupato che risiede a Pordenone e per Filippo Lacchin, coetaneo, studente universitario di Roveredo, entrambi già arrestati mesi fa. Alla madre di quest'ultimo, Nilla Cecchin (55), sono stati riservati i domiciliari. Giovedì scorso sono state anche eseguite sedici perquisizioni con la collaborazione delle unità cinofile dei Nuclei di Torreglia e l'elicottero del 14° Elinucleo carabinieri di Belluno. Hanno interessato le abitazioni degli altri indagati (quattro), i luoghi di lavoro, appartamenti per studenti a Trieste e, con l'ausilio dei militari dell'Ispettorato del lavoro e del Nas di Udine, un locale di Chions, il Manhattan Old Fashion, dove lavora Jenni Corazza, 25 anni, arrestata lo scorso aprile con Dervishaj.

L'avvio dell'inchiesta


L'inchiesta prende avvio il 2 marzo, quando I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Pordenone vengono avvisati che dallo scantinato di un condominio di Pordenone arriva uno strano odore. È marijuana. E trovano un borsone con oltre 17 chili di stupefacente, lo sequestrano e puntano gli occhi sullo stabile. Il gruppo è subito individuato, ma i componenti non sanno che a far sparire la droga sono stati i carabinieri. . Il 28 aprile scattano i primi due arresti. Dervishaj e Corazza tornano da Milano con 150 grammi di cocaina nascosti nei tacchi di scarpe da donna. La droga è destinata ai giovani di Pordenone e provincia. Poi altri sequestri e altri arresti.
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Il Gazzettino