Spacciatrice a 19 anni, vendeva droga ai ragazzini davanti alle scuole

Presa dalla polizia: residente a Jesolo si recava a "vendere" a San Donà

Jesolo
JESOLO - A 19 anni va a spacciare ai ragazzini delle scuole. Lo hanno scoperto gli agenti del Commissariato di Polizia di Jesolo, nell'ambito di una operazione di...

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JESOLO - A 19 anni va a spacciare ai ragazzini delle scuole. Lo hanno scoperto gli agenti del Commissariato di Polizia di Jesolo, nell'ambito di una operazione di controllo del territorio per il contrasto dello spaccio di stupefacenti. La ragazza, incensurata, residente nella cittadina balneare veneziana, a San Donà c'era arrivata con un bus di linea. Il fatto risale allo scorso 9 febbraio. Gli agenti stavano facendo degli interventi quando, con non poca sorpresa, hanno scoperto la ragazza nella zona di piazza IV Novembre, vicino al terminal dei bus, intenta a cedere una dose di sostanza stupefacente (poi rivelatasi essere hashish) ad un potenziale acquirente minorenne. Fermata e perquisita, i poliziotti hanno scoperto che la cosa non era estemporanea, visto che in suo possesso aveva altri 73 grammi della stessa droga, ed un bilancino di precisione.

La ragazza è stata arrestata e messa a disposizione dell'autorità giudiziaria. Le indagini proseguiranno per capire da chi la donna si rifornisse per lo spaccio, se agiva autonomamente o se faceva parte di una banda bene organizzata per questo tipo di reato, e se lo spaccio avveniva anche nei pressi delle scuole. "Da tempo le forze dell'ordine controllano le zone adiacenti, al fine di contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti, che trovano nei giovani dei facili acquirenti", il primo commento di Vincenzo Sabellico, preside dell'istituto Alberti e coordinatore dei dirigenti del territorio. "La collaborazione tra le scuole e la Polizia e con le forze dell'ordine in generale, è costante e continua; non solo sul piano del contenimento del fenomeno ma soprattutto sul piano della prevenzione; molti i progetti sviluppati nel tempo". Sabellico rilancia una proposta: "Ritengo necessario ristabilire un tavolo di coordinamento che coinvolga gli operatori scolastici, le forze dell'ordine, i servizi sociali dell'Ulss4 e del Comune, se non della Conferenza dei Sindaci ed altri operatori sociali anche di volontariato per contrastare efficacemente il fenomeno e costituire un valido osservatorio del fenomeno in atto".

Anche per il sindaco Alberto Teso, che ha ringraziato le forze dell'ordine per il lavoro svolto sul fronte della repressione, è importante dedicarsi alla prevenzione. "C'è un problema di educazione, che certamente non si risolve in tempi brevi, ma abbiamo presenze importantissime sul territorio: gli insegnanti e gli educatori, in primo luogo, che svolgono un'azione indispensabile. Ma ci sono molte altre "sentinelle" che possono segnalare situazioni di devianza e disagio: le famiglie prima di tutto, poi gli allenatori e dirigenti delle associazioni sportive, i gruppi parrocchiali e di volontariato. La società intera deve vigilare su questi fenomeni di microcriminalità: segnalate, denunciate, chiamate le forze dell'ordine e, per quello che possiamo fare, anche le rappresentanze amministrative. Non lasciamo passare con indifferenza questa deriva, che prima di essere rilevante dal punto di vista penale, è culturale e sociale". L'operazione di San Donà rientra in un lavoro complessivo svolto in tutto il veneziano.
 

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Il Gazzettino