Mestre. Blitz e sgombero all'ex sede Telecom. Clandestini espulsi e chiusi gli accessi

ll blitz di mercoledì all’ex Telecom. Polizia locale e carabinieri hanno controllato tutti gli uffici del complesso
MESTRE - Stavolta, oltre agli agenti della polizia locale, c’era anche un battaglione di carabinieri. E, dopo l’ennesimo allarme per i bivacchi e il viavai...

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MESTRE - Stavolta, oltre agli agenti della polizia locale, c’era anche un battaglione di carabinieri. E, dopo l’ennesimo allarme per i bivacchi e il viavai all’interno dell’ex Telecom di via Carducci, il maxi-palazzone è stato nuovamente sgomberato con un’operazione partita nella prima mattina di ieri e terminata con la chiusura di decine di finestre e di altre porte per evitare il ritorno di sbandati, spacciatori e tossicodipendenti. 


 

L’OPERAZIONE
Sono state sette le persone trovate all’interno dell’ex Telecom e fatte uscire, con un paio di stranieri per i quali si procederà con un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. Era il 25 gennaio - meno di un mese fa - quando la polizia locale, nell’ambito degli interventi previsti dal Progetto Oculus che monitora i luoghi abbandonati della città, aveva eseguito quello che si sperava fosse l’ultimo sgombero degli uffici dell’ex sede direzionale nel cuore di Mestre, che doveva diventare un hotel a 5 stelle. Poche ore dopo, però, gli abusivi erano già riusciti ad aprire le grate metalliche che erano state installate per bloccare la porta di accesso da via Meucci, dietro al palazzo delle Poste, e da allora erano ripresi i bivacchi di africani, gente dell’Est Europa, asiatici, giovani tossicodipendenti anche italiani, che si erano praticamente “divisi” le immense superfici dei palazzoni che arrivano fino alle spalle del Museo M9.
Per richiudere quella porta, ovviamente, e buttare fuori tutti bisognava dunque procedere con una nuova operazione i cui ultimi dettagli sono stati probabilmente messi a punto anche nel corso della riunione del Cosp di martedì mattina, in municipio a Mestre. E così il blitz è scattato con l’arrivo delle pattuglie di agenti della Locale e carabinieri per un totale di 30 uomini che, indossando le mascherine viste le precarie condizioni igienico-sanitarie nelle quali si trova l’interno dell’edificio, hanno fatto irruzione all’ex Telecom controllando tutti i locali e bloccando i sette “ospiti non desiderati”. 

SIGILLATE PORTE E FINESTRE


Svuotato l’edificio, si è passati alla seconda fase chiamando una squadra di operai che, oltre a richiudere l’accesso principale di via Meucci, ha provveduto anche a sbarrare le 17 finestre affacciate sulle stessa strada, un paio di porte nella corte interna del complesso e, ancora, altre 17 finestre posizionate ai livelli più bassi. Interventi decisi dal Comune il cui costo, si spera, ricadrà sul fondo immobiliare proprietario dell’edificio ex Telecom (il Fondo Goethe un tempo gestito da Serenissima SGR che ora sarebbe confluita in Castello SGR, tutte “società per la gestione del risparmio”). É ormai chiaro, però, che fino a quando qualcuno non acquisterà il complesso si continuerà a rischiare il ripetersi di queste occupazioni che portano spacciatori e tossicodipendenti a bivaccare nel pieno centro di Mestre. Da Ca’ Farsetti riferiscono che, tramontata anche a causa della crisi dovuta al Covid l’ipotesi della trasformazione in albergo, negli ultimi tempi ci sarebbe qualche interessamento per l’acquisizione, e nei mesi scorsi sarebbero stati anche programmati dei sopralluoghi che però, a causa della presenza degli abusivi, sono saltati. Ma ora l’ex Telecom è di nuovo “libera”, sperando che qualche interessato ne approfitti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino