SOVERZENE/PONTE - «Ho temuto di perderlo più di una volta: quei minuti sono stati interminabili». La persona giusta, al momento giusto, nel posto giusto....
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IL MALORE
D.M.G., 55 anni di Ponte, con la moglie stavano partendo per il mare con il loro camper. All’improvviso il malore. Mancavano pochi minuti alle 15 di lunedì e in quel momento in quell’area di sosta c’era anche Bevacqua, che, come è solito fare, dopo il lavoro in Safilo, passa per un caffè in quel bar, sulla strada verso casa. «Ho sentito delle urla - racconta il consigliere comunale - e mi sono precipitato e ho visto quell’uomo a terra: ho iniziato a massaggiare con forza. Non respirava più». E racconta quei minuti interminabili.
LA TESTIMONIANZA
L’allarme è stato lanciato da un camionista di passaggio che ha chiamato il 118. Anche lui era stato richiamato dalle grida della moglie che aveva iniziato a fare il massaggio al marito. Poi è arrivato Bevacqua che ha praticato il massaggio cardiaco per 15 minuti (non è stato il camionista come sembrava dalle prime notizie e come riportato in precedenza ndr), dando indicazioni agli altri su cosa fare. «Il camionista è stato bravissimo - procede Bevacqua - è corso al bar My Chef a verificare se c’era un defibrillatore e anche all’Ip. Ma purtroppo nulla. A quel punto, mentre continuavo a massaggiare, gli ho detto di chiamare il sindaco di Soverzene, Gianni Burigo, per fare arrivare qui il defibrillatore che noi abbiamo in paese». «Credevo di perderlo sotto le mani - prosegue il consigliere - più volte ho temuto di non farcela: era senza respiro, la bocca rigida. E ancora non sentivo le sirene dell’ambulanza». L’ambulanza partita dal San Martino arriva in contemporanea con il defibrillatore di Soverzene, portato dall’impiegata comunale. Ma non è stato necessario utilizzarlo, i sanitari avevano quello in dotazione. «Un operatore sanitario - racconta Bevacqua - mi ha detto di non fermarmi e io ho continuato a massaggiare. Poi mi ha detto “smetti quando do la scarica”. Ha attaccato le piastre sul torace, poi due scariche e l’uomo ha ricominciato a respirare. Ancora non me ne capacito. È una sensazione stranissima. Oggi ho sentito la moglie e appena tutto sarà finito voglio conoscerlo e ci prenderemo un caffè». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino