Ex spiaggia dell'Aeronautica abbandonata nel degrado. Feste notturne e danneggiamenti

Ex spiaggia dell'Aeronautica abbandonata nel degrado. Feste notturne e danneggiamenti
CHIOGGIA - Festini notturni sulla spiaggia, in barba qualsiasi regola e a qualsiasi vigilanza. Succede sulla Spiaggia dell'Aeronautica che, in realtà, non è...

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CHIOGGIA - Festini notturni sulla spiaggia, in barba qualsiasi regola e a qualsiasi vigilanza. Succede sulla Spiaggia dell'Aeronautica che, in realtà, non è né dell'Aeronautica, né di altri. Il suo status attuale, infatti, è quello di una spiaggia libera non essendo né concessa né assegnata ad alcuno. Fino a pochissimi anni fa (due o tre, al massimo), però, rientrava tra quei tratti di costa, di proprietà demaniale, assegnati a qualche corpo dello Stato, in questo caso l'Arma dell'Aeronautica, per via della pluridecennale presenza, nella base di Ca' Bianca, di reparti dell'Arma stessa. A Sottomarina lo stesso tipo di assegnazione riguarda il Lido del Carabiniere, ma lì va tutto bene. L'Aeronautica, invece, ha abbandonato la sua spiaggia da qualche anno, restituendola al Demanio, per cui non ha più alcun interesse o ruolo nella sua gestione.


Spiaggia demaniale non assegnata


E non ce l'ha il Comune dove, come dice l'assessore Serena De Perini, «non sappiamo nulla di chi la gestisce o meno o di chi dovrebbe farlo». A sapere qualcosa di più è la Capitaneria di Porto che, appunto, fa sapere che «in questo momento la spiaggia non è né assegnata, né in concessione. Ci sono due domande di assegnazione, ma l'iter è in corso. Per ora la spiaggia è una spiaggia libera, come altre che ci sono a Chioggia». Una piccola spiaggia, in realtà, con un fronte mare di una ventina di metri e un chiosco fatiscente ma che, di notte, diventa meta di gruppi di persone, giovani o anche no, che vi si radunano per far baldoria, lasciando bottiglie e altri rifiuti, rompendo quel poco che resta di quel chiosco e creando apprensione a chi gestisce i due bagni confinanti. Non essendoci un responsabile, la vigilanza di ciò che vi accade è demandata alle forze dell'ordine che, come si sa, non dispongono di personale in abbondanza. «È un peccato commenta Giorgio Bellemo, presidente di Ascot che lo Stato pretenda tanti adempimenti da noi balneari ma non riesca a rispettare le sue stesse regole». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino