Fratellini rischiano di annegare travolti dalle onde, salvati da un magrebino

La spiaggia di Sottomarina e Morad Lafsahi che ha salvato due bambini
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CHIOGGIA - «Le grida della ragazzina sovrastavano il rumore delle onde. Il mare era mosso e nessuno capiva bene cosa stesse succedendo. Poi abbiamo visto un uomo, con una maglietta rossa, gettarsi in mare e, dopo alcuni minuti, portare a riva, stremato, due bambini». Proprio nei giorni in cui la città si interroga sul razzismo latente e, forse, in qualche modo, inconsapevole, che ha determinato l’aggressione a un medico di colore, un altro episodio sembra destinato a colpire la coscienza civica dei chioggiotti.

Il salvataggio di due bambini italiani a opera di Morad Lafsahi, un cittadino marocchino che ha agito mentre i bagnini erano “distratti”. Lafsahi vive a Chioggia ma, a fine maggio, ha per so il posto al mercato ortofrutticolo e, dice, «non voglio ricompense, spero solo di trovare presto un altro lavoro». A raccontare il salvataggio è una coppia di Noale, Regina e Giovanni, che, verso le 10.45, l’hanno visto in diretta.


IL RACCONTO
«Eravamo in molti a guardare quel bambino in balìa delle onde ma il primo a capire che il bambino stava annegando è stato Lafsahi». «Ero arrivato da poco in spiaggia – racconta lui – ho sentito le grida, mi sono tolto le scarpe, l’orologio, tutto quello che poteva ostacolare e mi sono buttato in acqua. Ho raggiunto i bambini e tenendoli uno con ciascun braccio, li ho portati a riva». A stupire i due coniugi di Noale, il fatto che quell’uomo non fosse un bagnino. Poco prima aveva guardato la torretta n. 5, a una cinquantina di metri, dove una bagnina «chiacchierava e guarda il telefono», ma non si era accorta di nulla. Hanno chiesto spiegazioni. «C’era la bandiera rossa» avrebbe risposto la bagnina, quasi a dire che i bambini non avrebbero dovuto essere in acqua.


POLEMICA


Ne è nato un battibecco, sul quale, forse, ha pesato qualche incomprensione. «Conosco la bagnina – dice Giorgio Bellemo, organizzatore del servizio di salvataggio – ed è una persona seria. Certo una distrazione può capitare e, in certe situazioni, l’attenzione non dovrebbe venir meno. La “buca” si deve essere formata con le ultime mareggiate: la segnaleremo per evitare altri rischi». Intanto, sulla spiaggia, erano arrivati i genitori dei bambini, una coppia di Rovigo. Il maschietto è corso in braccio alla madre, piangendo. La coppia, quindi ha ringraziato Lifsahi. «Mi hanno chiesto se volevo del denaro – racconta lui – soprattutto perché, quando sono risalito a riva non ho più trovato l’orologio che avevo lasciato cadere. Ma io non voglio nulla. Ho fatto quello che mi sembrava necessario, perché ho visto un bambino in pericolo. L’unica cosa che vorrei è un lavoro sicuro». «È vero – conferma Massimiliano, papà dei due bambini – non ha accettato nemmeno un caffè. Non so cosa potrò fare, ma cercherò in ogni modo di aiutarlo».

 

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Il Gazzettino