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Sospesi i primi due medici contrari al vaccino anti-covid. Rimarranno a casa, senza retribuzione, fino al 31 dicembre o fino a quando non decideranno di vaccinarsi. I dialoghi messi in campo dall’azienda sanitaria non sono serviti a nulla. Così, vista l’impossibilità di collocarli in una attività che non preveda il contatto diretto con il pubblico (e per un medico è molto difficile), l’Ulss Dolomiti ha dato seguito a quanto stabilito per legge. Ossia: chi lavora nella sanità pubblica o privata deve sottoporsi a vaccinazione anti-covid in quanto «requisito essenziale per l’esercizio della professione» altrimenti scatta la sospensione. Si tratta dei primi due medici no-vax sospesi a Belluno. In totale, però, ce ne sono 96 (dato aggiornato a luglio) che hanno deciso di non vaccinarsi ed è probabile che nelle prossime settimane l’Ulss Dolomiti pubblicherà ulteriori delibere.
COSA DICONO I NUMERI
Le sospensioni salgono quindi a 8: due medici, tre infermieri, tre operatori socio-sanitari. Professioni diverse, seppur in ambito sanitario, e la stessa contrarietà al vaccino anti-covid non supportata da condizioni cliniche avverse.
RIMODULAZIONE
Rimane il nodo prenotazioni: sono sempre meno. Per questo l’azienda ha dovuto riorganizzare alcuni appuntamenti: «Alla luce delle poche prenotazioni vaccinali per il prossimo fine settimana, il 15 agosto (domani, ndr) sarà attivata un’unica seduta vaccinale “centralizzata” dalle 8.30 alle 10.30) presso il drive in all’ospedale di Belluno, ricollocando nella stessa i pochi prenotati per il 14 e il 15 agosto a Paludi ed accogliendo eventuali richieste dell’ultima ora». Mentre i prenotati a Feltre saranno anticipati al giorno precedente.
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Il Gazzettino