I politici del Nordest? A premiarli sono soli i leghisti

Il consiglio regionale del Veneto
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VENEZIA - “Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento”: così Pericle, nel Discorso agli Ateniesi, raccontava come ad Atene, nel 431 a.C., si attuava la scelta dell’eccellenza, al di là di tutto.


Oggi, 2021 d.C., qual è la qualità della classe politica del Nordest rispetto a quella del resto d’Italia? Secondo le analisi di Demos per Il Gazzettino, il 34% dei nordestini la ritiene migliore, mentre il 42% non ravvisa differenze particolari. A ritenerla peggiore, invece, è il 21%.
Quali sono i settori più soddisfatti e quelli più critici? Consideriamo l’influenza dell’orientamento politico degli intervistati. I sostenitori della Lega sono quelli che più appaiono soddisfatti della qualità della classe dirigente regionale: tra di loro, infatti, la maggioranza assoluta (55%) la giudica migliore, mentre la quota di chi la ritiene uguale (30%) o peggiore (15%) tende a scendere. Vicino agli elettori del partito di Salvini si collocano quelli di FdI: anche tra di loro, la soddisfazione tende ad essere più presente (43%), anche se l’idea che non ci siano grandi differenze con il resto della Penisola è intorno alla media (40%). Coloro che guardano a Forza Italia, invece, sono convinti (65%) che i politici nordestini non siano molto diversi da quelli delle altre regioni, lasciando quote minoritarie a ritenerli migliori (25%) o, all’opposto, peggiori (10%). Anche la maggioranza degli elettori di M5s e Pd giudica la classe politica dell’area non dissimile da quella nazionale (rispettivamente: 47 e 50%), ma mentre tra i primi è compresente l’idea che siano migliori (30%), tra i secondi cresce la convinzione che siano peggiori (31%).
“Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla”: così, sempre Pericle, quasi 2500 anni fa.

LE DIFFERENZE


E qui e oggi? Uno degli strumenti con cui è possibile valutare la bontà della politica è la capacità di influenzare le decisioni laddove si prendono. Così, viene da chiedere: rispetto a dieci anni fa, com’è cambiato il peso politico di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento in Italia? Secondo le analisi dell’Osservatorio sul Nordest, gli orientamenti prevalenti vedono un aumento dell’influenza a livello politico (40%) o una situazione di sostanziale stabilità (39%). A ritenere che ci siano segnali di crisi sotto questo aspetto è invece il 18% dei nordestini, mentre il 3% non si esprime. Rispetto al 2009, però, spicca la netta crescita di un certo senso di stasi. Coloro che ritengono il peso del Nordest sia rimasto immutato nell’ultimo decennio sono passati dal 14% di dodici anni fa all’attuale 39%, segnando un balzo in avanti di 25 punti percentuali che beneficia di tutti gli altri segni negativi. Ed è forse proprio in questo il segno più tangibile della crisi della politica: nell’idea che nulla cambi.
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Il Gazzettino