Sofia, morta a 12 anni, ma vivrà per sempre: adozione e intitolazioni nel suo nome

ESEQUIE L'ultimo saluto alla dodicenne strappata alla vita dalla leucemia
ROSOLINA C’era tantissima gente, per la maggior parte erano giovani e giovanissimi, a dare l’ultimo saluto a Sofia Doria, la dodicenne mancata lunedì a Padova...

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ROSOLINA C’era tantissima gente, per la maggior parte erano giovani e giovanissimi, a dare l’ultimo saluto a Sofia Doria, la dodicenne mancata lunedì a Padova dopo aver combattuto per quasi un anno una forma di leucemia. Davanti all’altare improvvisato sul cancello d’ingresso della scuola media Marin Sanudo il Giovane, occupando il tratto di strada che la separa dalla scuola elementare Carla Gronchi, c’erano molte più delle 200 persone per le quali erano state posate le sedie in maniera da garantire il distanziamento. L’intera comunità non ha voluto mancare, testimoniando una volta di più la vicinanza ai famigliari, anche se più che un funerale la cerimonia è stata definita una messa di saluto. 


ALTALENA DI INCERTEZZE
«Nell’altalena di incertezze, fatiche e sofferenze di questi dieci mesi, non ci ha mai abbandonato la speranza - ha confidato durante la funzione don Lino Mazzocco - abbiamo pregato tanto per la guarigione di Sofia, creando un gruppo di preghiera che si riuniva, e continuerà a farlo, ogni venerdì anche in streaming. Alla notizia della sua morte è però subentrata la delusione per l’inutilità degli sforzi fatti e il mancato miracolo. Però, parlando con Sonia e Devis, non ho trovato rabbia o lontananza da Dio, ma il desiderio di essere accompagnati alla comprensione del mistero e del piano divino che l’ha voluta a sé».
SOSTEGNO ALL’AIL
È proprio a partire dalla fede, che non ha mai abbandonato la famiglia Doria, che alla perdita della secondogenita è stato cercato un senso profondo. Più volte, nel corso delle esequie, è stato ribadito che anche da questa tragedia sono nate cose belle, positive, in grado di durare nel tempo. Il gruppo di preghiera, in primo luogo, perché ha avvicinato tante persone diverse, dando loro uno scopo e un obiettivo comune. E poi l’impegno di tanti a donare fondi per la ricerca dell’Ail, l’associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, e per l’adozione a distanza di una bambina nei paesi poveri. 
CENTRO DEDICATO
E altre iniziative prenderanno forma nel tempo per tenere vivo il ricordo di Sofia nella comunità rosolinese: il 31 gennaio, festa di san Giovanni Bosco, il centro parrocchiale di Volto sarà intitolato a lei, mentre anche la palestra scolastica potrebbe venirle dedicata. Per una bambina di soli dodici anni, la dimostrazione che il segno che ha saputo lasciare è molto profondo. «La gioia è l’immagine di Sofia che porto nel cuore - ha continuato don Lino, coadiuvato durante la messa da don Giovanni e don Renato- la vedo giocare, praticare il volley, saltare, cantare, partecipare alla vita parrocchiale con i genitori Sonia e Devis e il fratello Tommaso, a Volto in festa. È stata anche una bambina coraggiosa, determinata, ha affrontato la malattia senza rinunciare alla scuola e ha cercato di rimanere in contatto con amici e insegnanti. Ci ha insegnato molto e non dobbiamo solo far tesoro di ciò che ci ha dato, ma anche metterlo in pratica e portarlo avanti».
SORRISO E CORAGGIO


Alla fine della cerimonia, brevi ma toccanti interventi sono stati fatti dal sindaco Franco Vitale, dal dirigente scolastico Romano Veronese; da rappresentanti della scuola elementare di Volto e di quella media di Rosolina; da quelli del gruppo di preghiera e delle amiche più strette. Tutti hanno parlato del ricordo indelebile, del suo sorriso, della disponibilità ad aiutare gli altri e del coraggio che ha saputo infondere quando invece era lei ad averne bisogno, dedicandole poesie e pensieri toccanti. E a dimostrazione di questo, per tutti i suoi compagni di scuola è stata distribuita una sorta di calza della Befana. Tra due ali di folla, prima di essere trasportato nel cimitero cittadino, il feretro bianco è stato salutato da un applauso e liberando in aria decine di palloncini.
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Il Gazzettino