Centomila euro l'anno d'affitto, Paolo Lai dice basta e chiude i Soffioni: «Costi insostenibili, apro una piccola osteria»

Un nuovo vuoto dopo quello, mai colmato, del bar Biffi

Paolo Lai chiude i Soffioni
TREVISO - Centomila euro di affitto l'anno più le bollette schizzate alle stelle e «non più sostenibili»: Paolo Lai chiude la Proseccheria ai...

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TREVISO - Centomila euro di affitto l'anno più le bollette schizzate alle stelle e «non più sostenibili»: Paolo Lai chiude la Proseccheria ai Soffioni in piazza dei Signori. La notizia non è di quelle che lasciano indifferenti. Un mese ancora è la piazza, il salotto buono di Treviso perde un altro dei suoi locali iconici. Un nuovo vuoto dopo quello, mai colmato, del bar Biffi. Ma tant'è. Il 30 marzo la Proseccheria ai Soffioni in Piazza dei Signori servirà per l'ultima volta i suoi calici «Dopo diversi anni di gestione del locale ho deciso, visto il costo dell'affitto, i rincari delle utenze e i costi di gestione di cui tutti sappiamo dal 2022, di chiudere un progetto che per anni abbiamo portato avanti per la valorizzazione del territorio attraverso il prodotto che più identifica il Veneto e Treviso: il prosecco» afferma Paolo Lai.

STORICO
L'ormai storico locale di Piazza dei Signori terminerà l'attività il 30 marzo, sospendendo così momentaneamente il sogno dell'imprenditore trevigiano di stabilire a Treviso una Casa del Prosecco, punto di riferimento per chi vuole incontrare le bollicine italiane più amate nel mondo. Lai aveva infatti preso in gestione il locale pre-pandemia aprendo una birreria con specialità artigianali. Dopo la pandemia nel locale aveva trovato casa il progetto di un "museo" delle bollicine: il secondo piano della Proseccheria ospitava tutti i materiali e gli approfondimenti finanziati da Lai per la grande mostra sul prosecco tenuta anni fa a Ca' dei Carraresi. Mostra che avrebbe dovuto essere prodromica per un museo sulle bollicine in partnership con il pubblico di cui da anni si parla ma che nel concreto non ha trovato realizzazione. Lai non nasconde il dispiacere per la scelta. «Speravo di non doverlo fare. Ma i costi sono aumentati in maniera folle. Per questo avevo chiesto di poter rinegoziare il canone di affitto. Di fronte alla risposta negativa della proprietà (una società trevigiana) ho dovuto decidere. Abbiamo atteso, avevamo considerato anche di andare in pareggio ma nonostante la volontà di portare avanti un progetto identitario non possiamo rimetterci ogni mese». Via dalla piazza più bella della città insomma, in un esodo che ha ancora una volta la sua ragion d'essere (anche) nel caro affitti. Secondo un'indagine condotta da Idealista infatti, la piazza trevigiana costa e vale circa il 40% in più delle omologhe città italiane. «Continuo a credere nel progetto sul prosecco- assicura Lai-non escludo di poterlo riprendere in futuro».

LA SCELTA


Intanto Lai sceglie un'area più defilata e meno cara: investirà in piazza Trentin nell'ex alimentare Vettoretti. «Apriamo a brevissimo un'osteria trevigiana in piazza Trentin per rispondere alle esigenze del turismo e dei visitatori-conferma Lai- abbiamo dovuto fare delle scelte di budget e di buonsenso». A favore di Lai si schiera con nettezza la Presidente Unascom (delegata Fipe) Dania Sartorato. «Spiace che non si sia trovato accordo con la proprietà. Posso capire la decisione della Proseccheria. Ci sono alcune anomalie in centro città. Un affitto simile potrebbe essere normale a Venezia per un locale in ogni dove ma non siamo a Venezia e non è sempre sabato sera». Il quadro è quello di un Comune molto attento ai commercianti, di una relativa prosperità media, ma di prezzi altissimi all'interno del centro storico sia per gli affitti residenziali sia per quelli commerciali. A questo serve dare urgentemente una risposta. «Esiste già traccia di un protocollo tra le parti coinvolte cioè Comuni, Confcommercio per le imprese, Uppi per piccoli proprietari e Confedilizia-assicura Sartorato- e mi sento di fare davvero un appello alla disponibilità dei proprietari a partecipare ad un tavolo con questi attori». Fipe ribadisce che siano necessarie politiche incentivanti. «C'è oggettivamente un problema a Treviso: la città non è più accessibile ai giovani commercianti che vogliono aprire». Il colpo d'occhio di una piazza che si svuota dei suoi locali più iconici è un segnale di fragilità. Per questo Fipe e Unascom insieme al Comune cercano di facilitare e incentivare il mercato. Ma lo scoglio poi sono le richieste dei privati per i canoni di locazione. «Da parte nostra-riprende Sartorato- abbiamo chiesto un supporto a Fidimpresa per sostenere le nuove attività. E devo affermare che anche il Comune è sempre stato attento da questo punto di vista e ogni anno ci sono almeno 10 attività finanziate».

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Il Gazzettino