Tornado, baruffa sull'sms solidale: 211mila euro ancora da spendere

Tornado, baruffa sull'sms solidale: 211mila euro ancora da spendere
L’8 luglio 2015 un tornado devastò la Riviera del Brenta. Case spazzate via dalla furia del vento, una villa storica sgretolata come i castelli di sabbia in riva al...

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L’8 luglio 2015 un tornado devastò la Riviera del Brenta. Case spazzate via dalla furia del vento, una villa storica sgretolata come i castelli di sabbia in riva al mare, alberi sradicati come fili di erba. Quella volta, come tutte le volte in cui la natura si mostra feroce, ci fu una gara di solidarietà: bastava un sms per dare il proprio contributo e quel semplice digitare sulla tastiera del telefonino fruttò 211mila euro. Soldi che da un anno e otto mesi aspettano di essere utilizzati. C’è chi sostiene che i sindaci dei tre Comuni colpiti dal tornado - Dolo, Mira, Pianiga - non si siano messi d’accordo. C’è chi dice che doveva essere la Regione Veneto a formulare una proposta. Il dato di fatto è che ci sono state riunioni, carte, lettere. E che i soldi, i 211mila euro, sono ancora là, donati dagli italiani e non ancora spesi. Di chiunque sia la responsabilità, questa storia è la peggiore delle pubblicità possibili: chi mai avrà il coraggio, domani, di implorare un sms solidale?

Ci sono due versioni, in questa vicenda. Quella dell’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin e quella del Garante nominato dalla Protezione civile su designazione del Comune di Dolo, Vincenzo D’Agostino. La premessa è che i soldi tirati su con gli sms devono essere destinati a opere pubbliche, non possono essere dati ai privati. Bottacin dice che i tre Comuni non si sono messi d’accordo, D’Agostino dice che deve essere la Regione a formulare una proposta. La novità, in questo tira e molla, è una lettera del capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, datata 16 marzo, indirizzata al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e per conoscenza al Comitato dei Garanti Paolo Germani (presidente), Pier Luigi Petrillo, Vincenzo D’Agostino, Dino Artusi e Giorgio Brugnone in cui si dice che: 1) l’intervento relativo allo stadio di Cazzago non va bene perché non c’è condivisione del territoio e manca la copertura finanziaria e 2) o entro quindici giorni si decide come spendere i soldi donati, oppure sarà fissata una riunione del Comitato dei garanti per indicare, in accordo con gli operatori della comunicazione, il da farsi, «invi incluso la destinazione delle risorse ad altri interventi emergenziali».
«Sono stato io a dire a Curcio, con il quale ho ottimi rapporti, di mandare quella lettera e di dare un termine - dice l’assessore Bottacin - visto che i sindaci non si mettono d’accordo. Nel frattempo il Comune di Pianiga ha riformulato la proposta di destinare i fondi alla ristrutturazione dello stadio di Cazzago».

La lettera del sindaco di Pianiga, Massimo Calzavara, datata 2 marzo, dice che il Comune «si rende disponibile ad anticipare, con fondi propri, la differenza tra i fondi raccolti con l’sms e la somma di 400mila euro» del primo stralcio «in attesa di ricevere dalla Regione indicazioni circa il finanziamento dell’intera spesa come a suo tempo promesso». «Nessuno avrebbe mai donato un centesimo se avesse saputo che i soldi sarebbero andati a uno stadio - ribatte D’Agostino - Io all’epoca proposi la sistemazione delle rive del Brenta danneggiate dal tornado e a verbale risulta l’ok di Bottacin». Ribatte l’assessore: «Intervenire sulle rive non è possibile, sarà responsabilità di D’Agostino se salterà il banco». Il garante: «È la Regione che deve formulare una proposta, altrimenti decideremo come Comitato con i gestori della telefonia». L’unica cosa certa è l’ultimatum fissato da Curcio. Due settimane. Dopodiché i 211mila euro potranno essere destinati a chiunque. Anche fuori del Veneto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino