Pianura avvolta dallo smog, è allarme rosso in Veneto

Pianura avvolta dallo smog, è allarme rosso in Veneto
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VENEZIA - Chiudersi in casa. Uscire il meno possibile. Vestirsi un po' di più e abbassare il riscaldamento. Il Veneto rosso di questi giorni - ormai una ventina - non ha nulla a che fare con l'emergenza sanitaria del Covid-19, anche se sempre di salute si tratta: con l'unica eccezione di Belluno, da Venezia a Padova, da Vicenza a Treviso, da Verona a Rovigo l'aria è irrespirabile. E non c'è mascherina, né chirurgica né Ffp2, che tenga: è l'allarme Pm10, polveri sottili che penetrano nei polmoni fino a raggiungere i vasi sanguigni con conseguenze anche sul cuore. L'allerta 2 rosso scatta quando per almeno 10 giorni consecutivi viene superato il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo del Pm10. Superamento ormai costante. Gli ultimi dati disponibili sono quelli di domenica: Padova Arcella 76, Treviso 62, Mestre Bissuola 62, Verona 67, Rovigo 55. E Vicenza che batte tutti: 78. Non è un caso che il sindaco di Treviso, Mario Conte, abbia invitato i presidi a far fare la ricreazione ai ragazzi all'interno della scuola anziché in giardino: «Evitate di far stare i bambini all'aperto».


Si può fare niente contro il livello di allerta 2 rosso - che per i comuni mortali vuol dire lasciare in garage tutte le auto vecchie, compresi i veicoli commerciali diesel Euro 5 - se non sperare in una sana, purificatrice pioggia che spazzi via tutto lo smog e che, comunque, allo stato le previsioni meteo non contemplano? Il meteo.it dà bel tempo oggi, domani (ed è l'unica consolazione, i vecchi dicevano che dea Madona Candelora de l'inverno semo fora), sole giovedì, coperto ma senza manco una goccia venerdì, sole sabato, sole domenica. Insomma, un catino di smog.


LO STOP

I divieti non sono pochi: fino a domani, quando arriverà il nuovo bollettino di Arpav, stop dalle 8.30 alle 18.30 alle macchine private e commerciali vecchie, compresi i Diesel Euro 5 (non a tutti, perché artigiani e commercianti possono muoversi con l'autocertificazione). Il riscaldamento abbassato: 17 gradi negli edifici adibiti ad attività industriali e artigianali, 18 gradi in tutti gli altri edifici. Un margine di tolleranza c'è: due gradi. D'accordo, ma chi è controlla? Le amministrazioni comunali schierano i vigili per i controlli sul traffico. Più difficile, però, entrare nelle case per verificare i termostati.


LA POLEMICA

Ovviamente, l'argomento è oggetto di polemiche politiche. Ieri ha tuonato il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni: «È necessario un Piano Aria efficace, non come quello attuale, anche perché lo smog ogni anno in Italia provoca decine di migliaia di morti premature. I continui sforamenti del valore limite giornaliero di Pm 10 parlano da soli. L'Accordo di bacino padano, stipulato ormai più di 5 anni fa, già debole di suo, è stato puntualmente disatteso a suon di deroghe da parte di Regioni e Comuni. Con un quadro del genere è sconcertante pensare che per tutelare la salute dei più giovani sia sufficiente non farli uscire all'aperto durante l'intervallo».
Immediata la replica dell'assessore regionale all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin: «Gli scienziati, ormai da tempo, hanno svelato che il Veneto è un caso unico al mondo per la sua conformazione, che purtroppo rende praticamente impossibile il giusto ricambio d'aria. Nonostante ciò, nelle ultime rilevazioni di Arpav si registra, dopo dieci anni, un miglioramento della salute della nostra aria, arrivando addirittura a dimezzare alcuni importanti inquinanti. Certo, non abbiamo ancora un risultato ottimale e, per questo, l'impegno e l'attenzione sono sempre al massimo, ma questo bilancio di Arpav dà ragione alle buone politiche adottate anche dalla Regione del Veneto». Bottacin fa presente che «l'accordo del Bacino Padano (oltre al Veneto fanno parte Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna) è stato integrato, l'anno scorso, con misure straordinarie e condivise e che è in fase di revisione anche il nuovo Piano dell'aria: significa che le azioni messe in campo per contrastare l'inquinamento dell'aria da parte delle quattro Regioni sono le medesime, anche se con governi di colore diverso». E i rilievi di Zanoni? «Stucchevoli», dice l'assessore regionale: «Il picco di inquinamento dell'aria, su cui comunque non stiamo abbassando la guardia e i numeri recenti dimostrano che qualche risultato, con le azioni promosse, lo abbiamo ottenuto, un conto è averlo per 365 giorni all'anno e un conto è averlo per qualche ora o qualche giorno. Più di dieci anni fa, questi episodi, che preoccupano, erano numerosissimi».
Comunque sia, in questi giorni meglio stare al chiuso.

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Il Gazzettino