Smog, la classifica delle città più inquinate: Treviso conquista il nono posto

Smog, la classifica delle città più inquinate: Treviso conquista il nono posto
TREVISO - Anche la Marca purtroppo non sfugge al peggioramento della qualità dell’aria nella Pianura Padana. E nella classifica nazionale va persino peggio di...

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TREVISO - Anche la Marca purtroppo non sfugge al peggioramento della qualità dell’aria nella Pianura Padana. E nella classifica nazionale va persino peggio di Taranto. Treviso infatti rientra nella poco lusinghiera “top ten” delle province italiane in cui la concentrazione media di Pm 2,5 - il cosiddetto particolato fine - è più elevata: nei primi otto mesi del 2023 si è attestata a 20,6 microgrammi per metro cubo di aria, il doppio del limite di 10 µg raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Non solo, anche qui lo smog diventa più fitto e persistente: il valore trevigiano è in aumento del 7,6% negli ultimi cinque anni, rispetto al 16,1 registrato nel corrispondente periodo del 2018. Beninteso, si tratta di una media provinciale, mentre l’andamento delle singole località può essere differente, come ad esempio ricordano dal Comune capoluogo.


IL MONITORAGGIO
La classifica è stata stilata, sulla base dei dati del servizio di monitoraggio atmosferico della rete satellitare Copernicus, dallo European Data Journalism Netwoark ed è stata pubblicata ieri, per l’Italia, dal Sole 24 Ore. Treviso si piazza al 9. posto della graduatoria del 2023. Il non invidiabile primato spetta a Cremona, con 24,1 µg, seguita da Monza- Brianza, Milano, Mantova e, in quinta posizione, Padova, a quota 23,4. In Veneto, a precedere la Marca, figurano anche Verona (settima) e Vicenza (ottava), mentre subito dopo si piazza Rovigo (decima). In totale sono 58 le province del Belpaese in cui, tra gennaio e agosto, i livelli di queste particelle hanno superato o eguagliato la soglia stabilita dell’Oms. Nonostante la presenza di alcune aree del Sud, bastano i nomi citati al vertice dell’elenco per comprendere come siano in primis gli abitanti del bacino padano a respirare aria tutt’altro che pura. Anzi, tra i 27 stati membri dell’Ue, solo alcune regioni della Polonia mostrano valori simili all’Italia settentrionale. Soprattutto, in 30 di questi 58 territori l’indicatore risulta in crescita tra il 2018 e il 2022. Gli incrementi più consistenti si sono verificati a Biella (dove la concentrazione media annua di Pm 2,5 è salita dai 9,9 μg per metro cubo agli 11,6, pari al più 17,2%, per giunta con un ulteriore scatto fino ai 12,8 nel 2023), Lecco (+14,8), Vicenza (+14,3%), Como (+14,2), Varese (+14%).


LE EMISSIONI
Il particolato fine Pm 2,5 è dovuto soprattutto alle emissioni di industrie, riscaldamento, veicoli, processi di combustione in generale. Queste polveri sono le più pericolose per la salute: una volta inalate, infatti, sono in grado di penetrare in profondità nel sistema respiratorio umano, superando la barriera tracheo-bronchiale e raggiungendo i polmoni. Proprio per questo l’Oms ha di recente rivisto le proprie linee guida in materia, abbassando ulteriormente le soglie di rischio da 10 a 5 microgrammi. La legislazione italiana, invece, fissa un limite di 25.


IL DIBATTITO


A differenza della dinamica provinciale complessiva, la situazione nel comune di Treviso sta pian piano migliorando, spiega il vicesindaco e assessore all’Ambiente, Alessandro Manera: «Come illustrato dall’Arpav nel recente tavolo zonale, le medie degli indicatori della qualità dell’aria, rilevati dalla centralina di via Lancieri Novara, sono in riduzione. Cresce ancora il numero di sforamenti, a causa della piovosità e della ventosità sempre più concentrate in poche giornate». Come per l’igiene personale, infatti, anche per l’atmosfera sarebbe meglio un “lavaggio” più frequente, anziché di grande intensità in pochi singoli eventi. «Stiamo mettendo in campo tutte le azioni per migliorare la situazione - ribadisce Manera - dal rinnovo del bando caldaie, ai limiti al traffico, alla piantumazione di molti alberi. Strategie riconosciute anche dall’Unione europea: non a caso Treviso è una delle due finaliste dell’European Green Leaf Award». Non dello stesso avviso, Maria Buoso, consigliera comunale di opposizione di Treviso Civica, pur non negando come il problema sia molto complesso: «Ma proprio per questo tutto ciò che si può fare va fatto, e con urgenza. La sostituzione delle caldaie è sicuramente un fattore importante, ma devono aumentare, in fretta, le aree pedonali, le piste ciclabili (quelle vere) e i controlli, molto più stringenti; il trasporto pubblico deve essere sostenibile ed efficiente. E poi ci vuole una campagna per rendere i cittadini più sensibili e responsabili, un’azione sistemica che coinvolga la città perché solo con il contributo di tutti si può ridurre l’inquinamento. L’unico modo è pensare a una città a misura delle persone, non delle macchine».
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Il Gazzettino