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PADOVA - Il momento più buio della pandemia è alle spalle, ma l'emergenza sanitaria lascia un'importante eredità nell'organizzazione del lavoro. Sono 356 i dipendenti del Comune di Padova che hanno deciso di firmare un accordo individuale per continuare a lavorare in smart working fino a otto giorni al mese (il numero di giorni dipende dalla mansione).
Il primo settembre è entrato in vigore il nuovo decreto del ministro Orlando che sostituisce le norme previste durante l'emergenza Covid imponendo accordi individuali semplificati tra lavoratori e datori di lavoro. Il Comune di Padova non si è fatto trovare impreparato perché già da mesi lavorava ad un piano che trasformasse lo smart working emergenziale in un nuovo smart working strutturale. Ci ha lavorato a lungo l'assessora al Personale della precedente giunta, Francesca Benciolini, e ora la partita è in mano alla successora Margherita Cera. Si sta occupando lei di predisporre assieme agli uffici il regolamento per il lavoro agibile già presentato in bozza ai sindacati.
I NUMERI
I dipendenti comunali di Padova sono circa 1.800 e il piano del Comune prevede che siano poco meno di mille quelli che potenzialmente possono fare smart working. Sono esclusi tutti quei ruoli per cui il lavoro in presenza è fondamentale come ad esempio l'agente della Polizia locale, il messo comunale e l'insegnante delle scuole comunali.
Ad aprile 2020, nel periodo del primo lockdown, i dipendenti che avevano usufruito dello smart working per alcuni giorni settimanali erano stati 1.016.
LE AREE
Il settore più interessato è quello dei Servizi sociali con 63 dipendenti che lavorano da casa, seguono cultura e turismo con 33 dipendenti ma anche il settore servizi informatici e telematici con lo stesso numero. Al quarto posto il settore contratti, appalti e provveditorato (29) subito davanti a risorse umane e lavori pubblici.
I BENEFICI
C'è un altro dato importante contenuto nel fascicolo in mano all'assessora Cera ed è quello relativo alla media annua di giornate di assenza per malattia dei dipendenti che hanno figli minori di 10 anni. In quattro anni tra il 2018 e il 2021 i papà sono passati da 7,4 a 6,2 giorni mentre le mamme addirittura da 8,9 a 6 giorni. In netto calo anche le richieste di permessi per le malattie dei figli: per le mamme erano oltre 4 mentre oggi sono più che dimezzate.
«Sono segnali molto positivi da collegare all'utilizzo del lavoro agile - sottolinea l'assessora Cera -. Per noi è molto importante la cura delle persone e la conciliabilità tra lavoro e vita privata. Intendiamo quindi implementare una cultura del lavoro che punti agli obiettivi e ai risultati, anche nella macchina comunale. Naturalmente tutto ciò non deve andare a discapito dei servizi offerti al cittadino ma anzi fornire un servizio ancora migliore. E tra i benefici non scordiamo ovviamente la sostenibilità ambientale».
«C'è un altro aspetto importante da sottolineare - chiude Cera -, l'ultima ipotesi di Contratto collettivo nazionale disciplina il lavoro agile e prevede anche specifiche iniziative di formazione per chi fa smart working. Il futuro va in questa direzione e noi ci stiamo facendo trovare pronti».
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Il Gazzettino