Neet, D'Onofrio (Confapi): «Ci sono 150 mila padovani inattivi e un'azienda su due non trova manodopera»

«Più lavoratori ci sono e meno costi abbiamo. Per questo il dato dei Neet, nel nostro territorio si avverte»

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PADOVA - L'utilizzo dello smart working va di pari passo con la grandezza dell'azienda. A confermarlo è Davide D'Onofrio, direttore di Confapi Padova. Che affronta anche il tema dei Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non cercano un lavoro.

Direttore, la sostanza è più grande è l'azienda e più si fa smart working?
«Esatto, è normale che sia così. Una grande azienda, parliamo proprio a livello di mansioni, utilizza con più facilità il lavoro agile. Pensiamo alle grandi multinazionali che lavorano con l'estero: una call con l'India si può fare anche da casa. Per altri mestieri è più difficile».

Il nostro è un territorio di piccole e medie imprese, c'è una così grande differenza?
«Assolutamente sì. A partire dal numero di dipendenti, è chiaro che servirà sempre qualcuno che risponda al telefono. Qui, poi, c'è una grande vocazione alla manifattura, un lavoro che non si può fare da casa. Per le grandi aziende la situazione è differente e l'accesso al lavoro agile più facile».

C'è diffidenza nei confronti dello smart working?
«Forse all'inizio. Ora, anche a causa della pandemia, si è acquistata una maggiore familiarità con questa modalità di impiego e alcune delle diffidenze iniziali sono cadute. Si è capito che per alcuni contesti può essere una modalità utile, anche nell'ottica di conciliare la vita privata con la propria professione».

Però a Padova vediamo una lieve flessione.
«È assolutamente normale. Come dicevo prima, il nostro territorio è fatto di piccole e medie imprese per le quali è indispensabile lavorare in azienda. La flessione che vediamo è indice di un ritorno alla normalità ma vediamo anche che molte realtà hanno mantenuto il lavoro agile, attraverso accordi interni».

Passiamo ai Neet, il dato è preoccupante?
«Partiamo da questo dato: nel nostro territorio un'azienda su due fatica a trovare manodopera».

Quindi?
«Quindi anche un valore come il 12,4% incide sul mondo del lavoro e sui costi del lavoro. Poi se allarghiamo il quadro e vediamo che sono 150 mila i padovani inattivi tra i 15 e i 64 anni certo non possiamo sorridere. Il problema c'è e non riguarda solo i Neet».

Cosa intende?
«Penso anche a tutti coloro che entrano tardi nel mondo del lavoro, per ragioni che possono essere le più diverse. Anche questo influenza la difficoltà nel trovare manodopera e i costi del lavoro».

Perché parla di costi del lavoro?


«Perché è chiaro che più lavoratori ci sono e meno costi abbiamo. Anche se, precisiamo, ci troviamo in questo momento in regime di piena occupazione. Per questo il dato dei Neet, seppur più basso rispetto al resto d'Italia o a zone come il Sud, dove si toccano percentuali davvero preoccupanti con punte del 46%, nel nostro territorio si avverte». 

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Il Gazzettino