Skipper sparito, appello della madre: «Due lunghi anni senza sapere nulla del mio Antonio»

Voinea
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BOVOLENTA - «Fateci sapere qualcosa, chiedo a chi sa come sono andate le cose di contattarmi anche in via riservata». É l'appello lanciato in questi giorni da Daniela Voinea, madre di Antonio, lo skipper 31enne di Bovolenta disperso il 2 maggio 2018 insieme all'amico Aldo Revello di La Spezia, a bordo dell'imbarcazione Bright, tra le Azzorre e il Portogallo.


Daniela Voinea, a due anni dalla scomparsa di Antonio e Aldo come vive questo momento? «Il pensiero di Antonio non mi lascia mai, al dolore della sua assenza, che qualunque madre che ha perso un figlio può capire, si aggiunge l'angoscia di non conoscere la sua sorte. Forse ho smesso di vivere due anni fa, ora piuttosto sopravvivo. Comunque, potrebbe sembrare insensato, ma la speranza di rivederlo vivo non l'ho ancora persa, nonostante il tempo trascorso». E' per questo che ha deciso di rompere il suo riserbo? «Sì, in questi anni si sono susseguiti molti fatti che fanno pensare come la verità sia lontana dall'essere raggiunta. Mi riferisco, in particolare, alla fonte anonima che ha avvalorato l'ipotesi di uno speronamento fornendo prove palesemente artefatte. Mi domando, ma chi ha interesse ad accreditare una ricostruzione dei fatti che si concluda con la morte di mio figlio? Sembra quasi un maldestro tentativo di far cessare le ricerche, di mettere a tacere una madre che non si arrende».
L'INCHIESTA

A proposito delle indagini, a che punto sono? «Purtroppo, schermandosi dietro al secreto istruttorio, gli inquirenti non ci hanno fornito alcuna informazione né aggiornamenti sulle indagini. In mancanza di notizie sulle attività svolte, sono autorizzata a pensare che non ve ne sia stata alcuna». In quali direzione avete chiesto si procedesse? «Il mio legale e di quello si Rosa, la compagna di Aldo, hanno chiesto che si verificasse la presenza di fotografie satellitari dello specchio di mare dal quale è stato emesso il segnale dell'Epirb e che venisse preso contatto con le autorità portoghesi per verificare se siano state svolte le perlustrazioni aeree. Ancora, abbiamo chiesto la verifica dei fatti segnalati dalla fonte anonima dato che vi erano delle circostanze che meritavano un approfondimento. Non solo non sappiamo il risultato delle indagini, ma neppure se siano state svolte». Perché non si rassegna all'idea di un affondamento della imbarcazione come purtroppo spesso avviene in mare? «Il motivo è semplice: un'imbarcazione impiega del tempo ad affondare e, nel frattempo, l'equipaggio può inviare vari messaggi di allarme, il Bright ne ha inviato uno solo. Inoltre, non è stato rinvenuto alcun relitto dell'imbarcazione e questo è un fatto che, mi dicono gli esperti, lascia aperte diverse ipotesi». In cosa trova conforto? «A parte la mia famiglia e la speranza di un abbraccio con Antonio, sento la vicinanza degli amici e della comunità dove vivo con il sindaco sempre accanto. Voglio ringraziare l'avvocato Matteo De Poli che, con me, si batte per trovare la verità».
Nicola Benvenuti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino