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PADOVA - L'annuncio arriva a sorpresa, mentre Francesco Peghin, ormai uscito dalla fase Covid, sta presentando il suo point elettorale in via Oberdan e l'inizio del giro di ascolto nei quartieri. «La mia prima delibera sarà di rinunciare interamente allo stipendio che andrà in un apposito fondo per chi vive nel disagio». Una promessa che inaugura la campagna elettorale del candidato di centrodestra contro il rivale Sergio Giordani.
I CONTI
Peghin mette insieme anche la contabilità. «Attualmente il sindaco percepisce 6.212 euro che diventeranno 11.182 nel 2024. Sono oltre 60mila euro all'anno, 300mila in cinque anni che poi diventeranno 600mila. Inoltre non ho intenzione di circondarmi di strateghi, portavoce o sindaci ombra e anche qui il risparmio sarà di 80mila euro l'anno, pari a 400 mila euro per la legislatura». Totale oltre un milione di euro. Il denaro finirà nel fondo sociale Una luce in più per i padovani. «Lo faccio con lo stesso spirito di servizio che ha caratterizzato la mia storia in città, dalla Maratona al Musme».
Peghin esce allo scoperto nel suo punto elettorale (colore dominante l'ormai noto fucsia, arredamento ecocompatibile, affollato brindisi inaugurale con l'arrivo dell'onorevole leghista Massimo Bitonci, suo sponsor, l'esponente di FdI Filippo Ascierto, l'anima della lista civica Gianni Potti) non parlando di una possibile vittoria, ma dandola per scontata tanto che a più riprese ripete «quando sarò sindaco».
I TEMI
Peghin batte ancora il tasto della sicurezza con un nuovo affondo a Giordani. «Non sta facendo nulla su questo tema, mentre la città è in mano ai pusher e alle baby gang. Ma un sindaco può e deve fare molto su questo fronte. Non basta dire che è un problema delle forze dell'ordine. Con ordinanze e polizia locale si può agire con efficacia».
Tra le novità di giornata anche un piccolo opuscolo dal titolo Piacere, Francesco che racconta con brevi note e immagini la vita personale e professionale di Peghin, dalla perdita del padre a 17 anni e della sorella di 32 alla guida della Blowtherm.
In apertura dell'incontro Peghin ha chiesto un momento di silenzio per la guerra in Ucraina. «Dopo due anni di pandemia, è una vera sciagura. Io sono per la pace, non giustifico mai la guerra. Anche nel 2003 sono stato contro la guerra Usa in Iraq, la pace è un valore a prescindere da bandiere e colori politici».
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Il Gazzettino