BELLUNO - «Servizio indecente. Inadeguato. Non certo all'altezza di un paese dell'Unione Europea». Il sindaco di Belluno Jacopo Massaro sbatte la porta in...
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La dipartita potrebbe essere di massa. La decisione del sindaco di Belluno di abbandonare Poste Italiane per affidare la corrispondenza in uscita da Palazzo Rosso ad un altro gestore, privato, potrebbe trascinare altri colleghi del territorio. Perché se in città i tagli si fanno sentire con disagi sempre più frequenti, nelle terre alte della provincia bellunese la situazione potrebbe essere anche più grave. L'escalation dei disservizi, d'altra parte, è stata rapida e ha visto un'accelerata nell'ultimo mese. Di contro i tentativi di dialogo dell'amministrazione con la società si sono arenati in un nulla di fatto, tra attese, richieste deluse e tanto nervosismo.
«I responsabili hanno dimostrato a più riprese di non essere degli interlocutori per noi - prosegue Massaro - come non lo sono per i cittadini, a cui non sono in grado di rispondere e offrire spiegazioni in nessuna maniera. Inoltre, è stata dimostrata una totale inadeguatezza nella gestione del servizio». I rapporti tra gli enti locali e la società si erano iniziati a logorare un anno fa quando, per razionalizzare i costi, erano stati chiusi numerosi uffici. Un brutto colpo per il territorio, seguito da un secondo circa un mese fa quando è stato introdotto, anche a Belluno, il recapito a giorni alterni. Un singhiozzo della corrispondenza palesatosi fin da subito come presagio di nuovi problemi che, appunto, non hanno tardato ad arrivare. A chi si lamenta oggi per il mancato recapito dei quotidiani si aggiungono infatti i residenti di quella parte della città a cui il postino non suona nemmeno una volta, nemmeno per recapitare le bollette, da oltre venti giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino