Il sindaco Ciriani contro Sanremo: «E' il campo di rieducazione della sinistra»

Alessandro Ciriani
PORDENONE -  Il suo punto di vista, pur autorevole, probabilmente non provocherà una replica del direttore artistico Amadeus come avvenuto dopo le frasi del ministro...

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PORDENONE -  Il suo punto di vista, pur autorevole, probabilmente non provocherà una replica del direttore artistico Amadeus come avvenuto dopo le frasi del ministro Matteo Salvini. Eppure, nel folto gruppo dei “commentatori” di Sanremo ci è finito anche lui, il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani. E ha scelto il mezzo che da tempo gli è più familiare, cioè il profilo attivo su Facebook, che non è gestito da terzi ma direttamente dal primo cittadino.

Poche frasi, ma a 360 gradi su tutti i contenuti delle prime due serate della kermesse canora. E una conclusione destinata a far discutere, da cui si sceglie di partire: «È il festival della canzone italiana, non un campo di rieducazione pedagogica della sinistra». Un ovvio rimando a quella che secondo Ciriani è la tendenza politica dei messaggi che vengono affidati al “megafono” di Sanremo. Il primo cittadino però ha spaziato da Blanco a Paola Egonu, fino all’incipit di Benigni.

«Blanco non canta, ma fa il decespugliatore cafone - ha detto Ciriani riferendosi alla quasi distruzione del palco -. Roberto Benigni fa capire che la Costituzione è in pericolo (adesso). La Egonu (pallavolista campionessa d’Europa con la maglia della Nazionale italiana, ndr) ci ricorda che siamo tutti razzisti. Fedez, da quando non fa più testi misogini, strappa la foto di Bignami (viceministro ai Trasporti del governo Meloni, ndr) e sua moglie (Chiara Ferragni, ndr) si presenta sul palco con un vestito francamente brutto e che nessuno, tranne lei, ha identificato come un segno contro l’odio verso le donne. Un triste elenco che potrebbe continuare. Abbiamo capito che non vi sta bene che al governo ci sia la Meloni con le sue idee ma, da pagatore del canone, posso chiedervi di cantare (per tutti) e lasciare i comizietti a casa?». Poi la frase sul «campo di rieducazione pedagogica della sinistra». 

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Il Gazzettino