Ai sindaci del litorale il coprifuoco delle 23 non basta: «Bisogna abolirlo»

Movida a Jesolo
JESOLO - «Accogliamo con favore la presa di posizione del governo Draghi di sostenere la ripartenza, ma sul coprifuoco ci aspettavamo di più». Riaperture...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

JESOLO - «Accogliamo con favore la presa di posizione del governo Draghi di sostenere la ripartenza, ma sul coprifuoco ci aspettavamo di più». Riaperture graduali e coprifuoco posticipato di un'ora, ai sindaci della costa veneziana non convincono le decisioni del governo. Anzi, tra gli amministratori c'è chi si dice deluso e ammette che l'aspettativa iniziale era diversa, soprattutto in considerazione del calo dei contagi e delle persone ricoverate. «La revisione del calendario delle aperture e del coprifuoco spiega il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia sono due aspetti importanti, ma ci saremmo aspettati qualcosa di più. Non intendo sminuire l'importanza della gestione dell'epidemia dal punto di vista sanitario ma, alla luce del miglioramento dei parametri ospedalieri e del progresso della campagna vaccinale la speranza di un colpo di reni era auspicato. Lo slittamento di un'ora del coprifuoco rende ancora complicato il lavoro a locali e pubblici esercizi, tra le attività che più hanno sofferto in questo ultimo anno. Auspichiamo che davvero per il Veneto si confermi il passaggio in zona bianca dal 7 giugno».


Sulla stessa scia la sindaca di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto: «Effettivamente ci aspettavamo di più dice la sindaca litoranea posticipare il coprifuoco di un'ora serve a poco, soprattutto in territorio turistico. Non ci sono evidenze scientifiche che confermano la necessità del coprifuoco, dal governo mi aspettavo altre scelte e soprattutto altre strategie».


BISOGNA RIPARTIRE
E in questo senso la prima cittadina di Cavallino-Treporti sollecita maggiori controlli. «Bisogna ripartire ribadisce e mettere le aziende del turismo nelle condizioni di poter lavorare. Le regole ci sono e vanno fatte rispettare, non è questione di orari ma di controlli che devono essere garantiti». Praticamente uguale a Eraclea la presa di posizione della sindaca Nadia Zanchin. «Sono delusa spiega i contagi sono in netto calo ovunque, mi aspettavo l'eliminazione da subito del coprifuoco, toglierlo al 21 giugno rischia di creare seri problemi al turismo. Di fronte a noi abbiamo una stagione di 3 mesi, che vengano garantite le condizioni per lavorare, ovviamente rispettando le regole ed evitando assembramenti». Decisamente più cauto, invece Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele-Bibione e presidente della conferenza dei sindaci della costa: «E' una notizia moderata rispetto alle attese commenta - ma deve prevalere il criterio della gradualità che mi sembra corretto perché non possiamo permetterci di tornare indietro. Nella cabina di regia tutto è stato votato all'unanimità e ciò dovrebbe togliere di mezzo ogni polemica peraltro inopportuna quando si parla di Covid».


LE PERDITE DEL SETTORE


Nei mesi scorsi Codognotto assieme ai sindaci del G20 aveva scritto al Governo chiedendo di far ripartire le attività nelle località balneari. «Noi continueremo a lavorare conclude - in un rapporto leale e corretto con le istituzioni e organi superiori». Nei mesi scorsi Codognotto assieme ai sindaci del G20 aveva scritto al premier Draghi e al presidente Mattarella chiedendo di far ripartire le attività nelle località balneari. Nella costa veneziana l'anno scorso sono andati perduti decine di milioni di euro oltre al fatto che sui circa 50mila lavoratori stagionali occupati più della metà sono rimasti a casa. «Sono fondamentali - ribadisce Codognotto - rispetto della salute, tutela di'economia e occupazione».
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino