Oltraggio alla sinagoga, è stato un 30enne italiano con reddito di cittadinanza

TRIESTE - È un trentenne, originario «del Nord Italia» e «residente da due anni a Trieste», l'autore dei danneggiamenti avvenuti alla Sinagoga...

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TRIESTE - È un trentenne, originario «del Nord Italia» e «residente da due anni a Trieste», l'autore dei danneggiamenti avvenuti alla Sinagoga di via San Francesco a Trieste il 24 ottobre e il 3 gennaio scorsi. Lo hanno reso noto oggi 15 gennaio  le forze dell'ordine nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Questura alla presenza del Procuratore della Repubblica, Carlo Mastelloni, del Presidente della Comunità ebraica triestina, Alessandro Salonichio e del Questore, Giuseppe Petronzi. A confessare i gesti, spiegando - rivelano gli inquirenti - che avessero «un significato e una valenza mistico-religiosa» è stato lo stesso 30enne, che è stato denunciato in stato di libertà per il danneggiamento di due finestre attuato sferrando due pugni per finalità di «odio etico-religioso».



L'uomo non risulterebbe svolgere alcuna attività lavorativa e avrebbe dichiarato di percepire il reddito di cittadinanza; non sarebbe seguito da alcuna struttura sanitaria e sarebbe già noto alle forze dell'ordine. Alla sua individuazione si è giunti attraverso delle indagini «particolarmente complesse e laboriose» - anche per la qualità delle immagini dell'impianto di videosorveglianza e l'orario serale in cui i fatti si sono verificati - condotte dalla Digos della Questura di Trieste diretta da Carlo Ferretti e coordinate direttamente dal Procuratore della Repubblica e da un sostituto Procuratore. Gli atteggiamenti tenuti dall'uomo - che avrebbe rivolto anche minacce e frasi antisemite nei confronti dei poliziotti - sono stati descritti come «particolarmente significativi (segno della croce, dileggio della telecamera e gesto della pistola)» e frutto di una «premeditazione» e, anche se l'uomo avrebbe agito da solo, giudicati «pericolosi» dal Questore, mentre il Procuratore ha riferito di una «notevole aggressività sociale».

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Il Gazzettino