Silvia Romano, Giorgetti contro il riscatto per la liberazione. Polemica furibonda con i 5S

Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto
VENEZIA - «Ribadisco la mia rabbia per un governo che, accettando il pagamento di un riscatto, ha di fatto finanziato gli jihadisti al-Shabaab, che secondo i dati resi noti...

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VENEZIA - «Ribadisco la mia rabbia per un governo che, accettando il pagamento di un riscatto, ha di fatto finanziato gli jihadisti al-Shabaab, che secondo i dati resi noti dall'Africa Center for Strategic Studies di Washington, è il più letale gruppo jihadista in Africa». Così il vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto, Massimo Giorgetti (Fdi), replica alla nota con cui il gruppo veneto del Pd aveva stigmatizzato il suo post  sulla liberazione di Silvia Romano. «Così facendo, inoltre, - prosegue l'esponente di Fratelli d'Italia - il Governo italiano ha messo in pericolo tutti i nostri connazionali che operano in quell'area, perché l'Italia si è dimostrata di poter essere un bancomat per il terrorismo. Non voglio essere frainteso, perché ciascuno è libero di fare le proprie scelte religiose, ma non posso non esprimere il mio sconcerto nel vedere ostentare, in quel contesto, l'adesione a quella stessa religione che i terroristi di Al-Shaabab vogliono imporre con la forza».

I CINQUE STELLE
«Non abbiamo parole per descrivere la vergogna e l'indignazione che suscita quanto ha scritto il Vicepresidente del Consiglio Massimo Giorgetti». Così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel commentano il post apparso ieri sul suo profilo Fb: «Incredibile quanto in basso possa scendere un essere umano. E' vero che, sommerso dagli insulti, ha cancellato il post. E' anche vero che ha affidato a una nota una giustificazione che sa tanto di arrampicata sugli specchi. Rimane il fatto che chi ha un ruolo istituzionale non può permettersi di pubblicare frasi di quel tipo, dichiaratamente razziste e che Giorgetti ha una volta ancora disonorato l'Istituzione di cui è rappresentante. Chiediamo dunque le sue pubbliche scuse e soprattutto la presa di distanza da parte dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale». 
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Il Gazzettino