VENEZIA - Succede ancora, succede nel 2018, succede a Venezia. Due ragazzi intimiditi e minacciati dal branco con un coltello per il solo fatto di essere omosessuali. Poco...
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Hanno le spalle larghe e purtroppo sono abituati all’ignoranza della gente. Il problema è che un altro teppista decide di alzare il tiro delle minacce, mostrando un coltello. «Vieni qui se hai coraggio», dice beffardo, per poi tornare sui suoi passi con un «sei fortunato per oggi, ma stai attento». Il classico atteggiamento da bulli che, solitamente, ha solo tre scopi: spaventare, prevaricare, umiliare. I quattro continuano a ricordare ai ragazzi quanto siano fortunati a non essere lì da soli. «Tengo a precisare - scrivono nel post - che non avevamo atteggiamenti arroganti, fastidiosi, aggressivi o “esibizionisti” di alcun genere: non è nel nostro stile e chi ci conosce può tranquillamente confermare». Come se possa esserci un qualunque gesto che possa in qualche modo giustificare un atteggiamento del genere. Loro però lo specificano comunque, perché per loro, probabilmente, è ancora più pesante il contesto in cui è maturata quell’aggressione: «In quel momento eravamo due semplici persone che tornavano a casa, come ogni sera. Com’è possibile venire minacciati per strada con un coltello per puro divertimento? Com’è possibile che nessuno dei passanti abbia accennato a prendere le nostre difese anche solo chiamando le forze dell’ordine?» Ieri i due ragazzi avrebbero presentato denuncia in questura. A prescindere dallo sviluppo delle indagini, però, resta un tema, emerso anche pochi mesi fa, a settembre, quando un 24enne veneziano venne cacciato da un negoziante di Cannaregio che non gradiva clienti omosessuali nel suo locale. Il post dei due ragazzi è diventato virale in poche, ore. La miglior risposta, almeno per ora, alla violenza dei teppisti.
D.Tam.
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Il Gazzettino