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BELLUNO - Alla base c'è un'idea di ordinanza che accomuni territori diversi, gestiti quindi da sindaci diversi, ma che di fronte ad un identico problema, cioè quello della siccità che bussa alle porte con sempre maggiore insistenza, si comportino in modo omogeneo. Un modello uniforme, quindi, anche per evitare che ci siano disparità fra una zona e l'altra della provincia di Belluno o addirittura fra territori contermini. Nasce con questa filosofia il modello di ordinanza redatta dal Comitato del Consiglio di Bacino Dolomiti Bellunesi, Ambito Territoriale Ottimale Alto Veneto per il servizio idrico integrato, presieduto dal sindaco Camillo De Pellegrin e di cui fanno parte anche i suoi colleghi Ezio Zuanel (La Valle Agordina) e Luca Strappazzon (Arsié) e il direttore Giuseppe Romanello.
L'ASSEMBLEA
Il documento è stato pubblicato all'albo del Consiglio di Bacino. «Abbiamo elaborato questa bozza di ordinanza che giovedì sottoporremo ai sindaci e che già domani presenteremo al Comitato Utenti. Se sarà approvata, l'ordinanza potrebbe andare in adozione già giovedì. Ma sia chiaro che è una proposta», precisa De Pellegrin. L'Assemblea dei sindaci si terrà domani, 13 aprile, alle 15 in Sala Bianchi.
LA RISORSA
Un'ordinanza quanto mai importante visto che dal giorno in cui la bozza è stata approvato dai tre sindaci era lo scorso 22 marzo sono trascorsi venti giorni senza che di fatto le condizioni siano cambiate. Le poche piogge, infatti, non hanno allentato la tensione su una situazione che rimane critica.
LA CAMPAGNA
In particolare l'Osservatorio permanente del Distretto di Bacino idrografico delle Alpi Orientali ha suggerito l'attivazione di campagne di sensibilizzazione per l'uso accorto dell'acqua. Una situazione che rende necessario ed inderogabile adottare misure finalizzate a governare l'utilizzo delle risorse idriche disponibili, al fine di garantire a tutti i cittadini di poter soddisfare i bisogni primari per l'uso alimentare, domestico e igienico, mentre è «doveroso regolamentare il consumo dell'acqua potabile per l'innaffiamento di orti e giardini, il lavaggio di autoveicoli e simili e di spazi ed aree pubbliche».
IL SISTEMA
L'ordinanza, quindi, già tre settimane or sono parlava di "emergenza idrica", e di «misure urgenti per il contenimento dei consumi di acqua potabile». Quattro i gradi di rischio, indicati da altrettanti colori che indicano un allarme crescente: stato di attenzione (colore giallo); stato di preallarme (colore arancio); stato di allarme (colore rosso) fase 1; stato di allarme (colore rosso scuro) fase 2. E sarà una comunicazione del gestore Bim Gestione Servizi Pubblici a segnalare a ciascun Comune in quale condizione-colore si troverà. Di seguito, ecco le fasce i graduale allarme contenuto nella bozza e che determineranno la quantità d'acqua anche in fontane, giochi d'acqua o altri usi voluttuari, irrigazioni aree verdi, orti, lavaggio macchine e aree, utilizzo in edilizia. Stato di attenzione, giallo: per la drastica riduzione della risorsa idropotabile, comporta la possibilità che il gestore possa operare riduzioni della pressione in rete o sospensioni del servizio occasionali. Stato di preallarme (arancio): per l'insufficienza della risorsa disponibile, comporta azioni di razionamento che contemplano la possibilità per il gestore di ridurre ed anche di interrompere l'erogazione del servizio in orario notturno, dalle 22 alle 6. Stato di allarme (rosso), fase 1: per l'acuirsi dell'emergenza, comporta la possibilità che il gestore possa operare riduzioni della pressione in rete o sospensioni del servizio (16-6). Stato di allarme (rosso scuro), fase 2: per l'estremo acuirsi dell'emergenza, comporta la possibilità che il gestore possa operare riduzioni o sospensioni del servizio in orario diurno e notturno (12-6).
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Il Gazzettino