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PADOVA - Contro le isole di calore va creata una cintura verde attorno alla città. A dirlo Europa Verde Padova. «L'ondata di caldo non è certo dovuta solo all'anticiclone africano, ma le sue origini risiedono nella crisi climatica dovuta alla massiccia e rapida emissione di gas serra. E c'è un fattore in più che aumenta il caldo ed umido soffocante di città come Padova: l'isola di calore, un fenomeno del tutto urbano - hanno spiegato ieri Elena Quiliquini e Antonio Attisani Co portavoce dei Verdi padovani - Infatti la città del Santo è caratterizzata da pochi spazi verdi e da ampie superfici asfaltate ed edificate. Questi fattori, uniti al traffico, all'uso dei condizionatori e alla vicinanza di aree industriali, durante le ondate di calore aumentano ulteriormente la temperatura. Creano, così, un'isola di calore urbana, una cappa di calore sulla verticale della città, che aumenta la temperatura via via che ci si sposta dalle aree rurali al centro urbano».
Il piano
Ma che cos'è un'isola di calore? Il fenomeno non è altro che un ristagno, al di sopra della città, di una cappa d'aria surriscaldata, di non più di 200-300 metri di spessore. A Padova l'isola di calore è resa più intensa anche dalla scarsità di superfici evaporanti, come specchi d'acqua, e in particolare prati e alberi. Infatti, l'evaporazione da parte dei suoli umidi o bagnati oppure da parte delle foglie della vegetazione sottrae all'aria enormi quantità di calore: ben 600 calorie per ogni grammo di acqua che evapora. Particolarmente efficace risulta l'effetto refrigerante degli alberi che raffreddano l'ambiente non solo mediante l'evapotraspirazione da parte delle foglie, ma anche attraverso l'ombra proiettata al suolo, un effetto però assai modesto sulle città, a causa, della ridotta estensione delle superfici alberate rispetto all'area complessiva della città. «Per contrastare il fenomeno serve una cintura verde - hanno aggiunto i due esponenti di Europa Verde - una green belt, presente in molte città europee. Tutte le città che ne hanno una cintura verde hanno un clima più favorevole perché, in assenza di vento vero e proprio, si forma, tra la zona verde, più fresca e quella cementificata, più calda ,un venticello fresco attirato in città. Ma se la brezza è importante contro il caldo, è anche fondamentale per disperdere l'inquinamento, come l'Ozono che in questi giorni ci attanaglia.
I parchi
«Altrettanto importante - hanno concluso Quiliquini e Attisani - è l'intensificazione del verde minore, dai parchi urbani, come chiediamo diventi l'area dell'ex caserma Prandina, alle strade alberate. Ma serve anche invertire la tendenza all'impermeabilizzazione del suolo». Continua, intanto, l'allarme siccità. Entro oggi, infatti, i canali cittadini dovrebbero rimanere completamente a secco. «In collaborazione con la Polizia provinciale - ha spiegato ieri il vicesindaco Andrea Micalizzi - continua anche nei prossimi giorni l'operazione di recupero dei pesci che rischiano di morire a causa della mancanza d'acqua».
San Lazzaro
Sempre nei prossimi giorni, a causa dell'abbassamento costante del livello del Piovego potrebbe scattare anche lo stop alle attività dell'inceneritore di San Lazzaro che preleva acqua per il raffreddamento delle turbine. Una circostanza che costringerebbe AcegasApsamga a conferire i rifiuti della città nella discarica di Sant'Urbano. L'allarme rimane alto anche in provincia. Sabato scorso, infatti, il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive ha fatto scattare la zona rossa nell'area del camposampierese, il che vuol dire in giro di vite per quel che riguarda l'irrigazione delle coltivazioni agricole.
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