Il Friuli copia l'Emilia Romagna e i contadini diventano tecnologici: ecco i nuovi sistemi anti-siccità per bagnare i campi

Irrigazione a goccia
Il Nord, lo dicono i dati, è uno “sprecone” d’acqua. E in larga parte si è fatto trovare impreparato di fronte all’ondata record di...

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Il Nord, lo dicono i dati, è uno “sprecone” d’acqua. E in larga parte si è fatto trovare impreparato di fronte all’ondata record di siccità che si sta abbattendo sulla Penisola nelle ultime settimane. Tutto il Nord, tranne una buona fetta, rappresentata dall’Emilia Romagna. Una terra da cui adesso il Friuli Venezia Giulia vuole “copiare” non tanto per affrontare questa siccità, ma per essere pronti alla prossima. È stato infatti firmato un accordo per portare anche nella nostra regione alcuni dei sistemi di irrigazione ad altissima tecnologia che già oggi stanno salvando i raccolti dell’Emilia Romagna nonostante la secca record del Po. E ci sono realtà del Friuli Venezia Giulia che questi sistemi li stanno già utilizzando. Irrigazione a goccia, sensori, macchinari all’avanguardia: tutto per ridurre al minimo lo spreco e la dispersione. 

Il quadro

A spiegare il contenuto dell’accordo che guarda al futuro è Matteo Zolin, uno dei vertici regionali della Coldiretti. E lo fa con orgoglio, anche se l’Emilia Romagna, essendosi salvata con largo anticipo, ora gode per prima gli effetti della svolta tecnologica. «Attraverso i consorzi di bonifica della nostra regione - ha illustrato Matteo Zolin - abbiamo stipulato questa convenzione con l’ente dell’Emilia Romagna». Nel dettaglio si tratta del Cer, il consorzio locale autore della rivoluzione che oggi sta garantendo l’acqua necessaria ai campi e alle colture emiliani. «Le nuove tecniche sono in fase di sperimentazione - prosegue sempre Zolin - e lo sono per ora nelle aziende che fanno parte dell’Ersa, in modo tale da poter sviluppare un modello che poi potremo esportare anche altrove». 

In cosa consistono le nuove tecniche?

In cosa consistono, nel dettaglio, le nuove tecniche che l’Ersa e i consorzi stanno sperimentando e che promettono un buon risultato in termini di riduzione dello spreco in tempi di siccità? «Si tratta sostanzialmente di sistemi all’avanguardia di micro e sub-irrigazione - illustra Zolin -. Tramite delle “manichette”, infatti, questa tecnologia permette a chi deve irrigare anche una vasta superficie di terreno a coltura, di poterlo fare letteralmente goccia a goccia». Un sistema di gocciolamento che andrebbe a ridurre drasticamente l’enorme spreco d’acqua che ancora oggi si verifica ogni volta che gli agricoltori accendono gli irrigatori durante l’estate. E il motivo lo va a spiegare ancora una volta Matteo Zolin. «L’irrigazione a goccia - illustra l’esperto nonché rappresentante della Coldiretti - ti permette di efficientare il quantitativo d’acqua utilizzato per ogni centimetro di un campo coltivato, evitando il fenomeno dell’evapotraspirazione». C’è infatti una buona percentuale d’acqua che con gli attuali sistemi di irrigazione, diffusissimi ormai da decenni anche in Friuli Venezia Giulia, finisce per disperdersi in aria. E di fatto per essere sprecata per sempre. «Grazie a questa sperimentazione - prosegue invece Zolin - rendiamo l’intero processo molto più sostenibile. Risparmieremo acqua e ridurremo le perdite». Si parla di un buon 60 per cento, quindi di un quantitativo letteralmente enorme. «La perdita in giornate come quelle che stiamo vivendo - spiega sempre Zolin - è davverop enorme nella nostra regione. L’apertura alle nuove tecnologie è necessaria e urgente». Siamo arrivati tardi? «Io non credo. La provincia di Pordenone, ad esempio, ha già compiuto passi da gigante in questo senso, passando da un sistema di irrigazione a scorrimento ad uno ad aspersione. Già in questo modo si riesce a salvare una buona quantità d’acqua». 

La manovra

All’articolo 3 dell’assestamento regionale, sulle risorse agroalimentari, forestali e ittiche e montagna, l’assessore regionale Stefano Zannier ha fatto inserire 60mila euro di rimborso alla fondazione Agrifood & Bioeconomy Fvg, ma soprattutto 18 milioni affinché i consorzi di bonifica possano realizzare nuovi invasi di raccolta o ripristinare quelli già esistenti per favorire la rete distributiva dell’acqua a uso agricolo nei periodi di siccità, con altri 100mila euro, sempre per il 2022, per predisporre i progetti di fattibilità per le opere necessarie al recupero delle acque irrigue.

 

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Il Gazzettino