Beni sequestrati per 26 milioni e 12 indagati per il centro Tiare

Beni sequestrati per 26 milioni e 12 indagati per il centro Tiare
VILLESSE- La Guardia di finanza di Gorizia ha eseguito 15 perquisizioni presso i domicili di amministratori, sindaci e revisori dei conti, e presso le sedi legali e amministrative...

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VILLESSE- La Guardia di finanza di Gorizia ha eseguito 15 perquisizioni presso i domicili di amministratori, sindaci e revisori dei conti, e presso le sedi legali e amministrative di due società bresciane incaricate di eseguire i lavori relativi alla costruzione del centro commerciale “Tiare Shopping” di Villesse (Gorizia), inaugurato il 5 dicembre 2013 e considerato tra i più grandi d’Europa; i lavori, di fatto, erano stati eseguiti da piccole imprese locali.




Le indagini, iniziate nell’aprile 2014, hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di Brescia di richiedere al Tribunale il sequestro preventivo per equivalente di beni per un valore complessivo di 26 milioni di euro.



Il provvedimento emesso dal Gip, eseguito ieri ha consentito di sequestrare conti correnti, titoli, azioni e quote societarie, polizze assicurative, fondi, fabbricati e terreni e altri beni mobili di proprietà o comunque nella disponibilità dei consiglieri di amministrazione delle due società committenti la realizzazione del parco commerciale, costato circa 100 milioni di euro, grande 90.000 metri quadri, con 4200 posti auto, 150 negozi e decine di migliaia di visitatori ogni mese.



L’indagine, che allo stato attuale vede dodici indagati, è nata a seguito degli accertamenti effettuati dalle Fiamme Gialle isontine in relazione alle proteste pubbliche dei lavoratori e degli imprenditori locali che non avrebbero ricevuto dalle società committenti il pagamento per i lavori effettuati per la realizzazione del centro commerciale.



I reati alla base dei provvedimenti di perquisizione sono la bancarotta fraudolenta patrimoniale, il ricorso abusivo al credito, le false comunicazioni sociali, mentre i provvedimenti di sequestro sono stati disposti a seguito della constatazione dell’omesso versamento all’erario, da parte delle società committenti, dell’Iva delle ritenute Irpef per il triennio 2011/2013, per la somma complessiva di 26 milioni di euro.



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Il Gazzettino