VENEZIA - Oggi il Veneto sarà il primo in Italia a varare una legge per la conoscenza della Shoah e per il Giorno della memoria. Una ricorrenza che lunedì il...
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IL PROGETTO
Zaia è solito condannare pubblicamente gli episodi di violenza e offesa nei confronti degli ebrei e delle vittime dell'Olocausto, ultime in ordine di tempo l'aggressione in piazza San Marco all'ex deputato Arturo Scotto e la mancata posa delle Stolpersteine nelle strade di Schio. Ma indubbiamente il progetto di legge che stamattina sarà licenziato dalla commissione Cultura di Palazzo Ferro Fini, nel corso di una seduta straordinaria a cui assisterà anche un centinaio di ragazzi, è un'iniziativa senza precedenti: ogni anno la Regione stanzierà 100.000 euro per finanziare svariate iniziative dedicate al 27 gennaio, fra cui un concorso studentesco, viaggi di istruzione nei lager, eventi con deportati ed esperti, premi per tesi di laurea. «Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani spiega il governatore perché sappiamo quanto possono essere coinvolti dal negazionismo che dilaga in Rete. Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia, nella consapevolezza di custodire a Venezia il Ghetto più antico del mondo, che per noi è continua testimonianza dell'orrore rappresentato dalla Shoah». Relatore del provvedimento in aula sarà lo zaiano Alberto Villanova, il quale ne sottolinea la valenza anche politica: «Questa norma scardina una diffusa quanto immotivata narrazione che vorrebbe la Lega guardare a presunte posizioni di tipo fasciste». Nessuno spazio alle ambiguità, ribadisce Zaia: «Non ho mai visto posizioni antisemite nella Lega. Ma se ci fossero, sarei io il primo a intervenire».
I COMUNI
Con questo stesso spirito, il presidente della Regione motiva il voto favorevole annunciato dal capogruppo leghista Nicola Finco alla proposta di Patrizia Bartelle (Italia in Comune), condivisa pure da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, di aderire alla mozione Segre per l'istituzione della commissione bicamerale: «Sì, senza se e senza ma. Proprio per questo mi dispiace vedere la senatrice al centro, suo malgrado, della sceneggiata delle cittadinanze onorarie, un'evidente strumentalizzazione politica ai suoi danni. Lo vediamo nei Comuni: troppe dediche non sono fatte con il cuore, né per legame territoriale, ma solo per antagonismo locale. Segre faccia un passo a lato e chieda che le cittadinanze onorarie vadano alla Comunità Ebraica». Vale anche per Treviso, città a guida leghista, dove l'idea del conferimento è stato oggetto di una disputa con i dem? «Vale per tutti conclude Zaia anche per Verona, dov'è stato veramente brutto vedere la cittadinanza a Liliana Segre contrapposta all'intitolazione di una via a Giorgio Almirante. Serve una riconciliazione e penso che si possa ottenere nel nome della Comunità Ebraica».
Angela Pederiva
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Il Gazzettino